Setirot – Tempo di mezzo
In molti, credo, ci auguriamo non soltanto che i cittadini si dimostrino responsabili e rispettino più che seriamente la richiesta dei medici di stare a casa e di osservare alla lettera le direttive delle istituzioni, ma che questo “tempo di mezzo” della guerra contro il Covid19 possa aiutarci a riflettere sul futuro. Quali saranno le sorti (purìm) del mondo e dei nostri nipoti e dei nipoti dei nostri nipoti? Dipende da noi, la lettura della meghillàt Estèr ce lo ha appena ricordato. E questo non vale unicamente – seppur siano fondamentali, vitali – per i grandi temi del rivolgimento climatico, del sistema socioeconomico capitalista che ha inequivocabilmente mostrato limiti e pericoli e va ripensato, del rapporto nord sud del pianeta, della redistribuzione delle risorse, delle guerre. Vale anche per le nostre “piccole” abitudini quotidiane. Che tornino la gioia e l’allegria dunque, che rifiorisca soprattutto il lavoro, ricomincino le cene e le feste, gli aperitivi e la spensieratezza, i teatri e i cinema, i concerti e gli stadi. Con un pensiero, io spero incancellabile, a questo “tempo di mezzo” ricco di umanità, famiglia, letture, pensiero rivolto al prossimo, condivisione delle sorti. E lasciate che gli “orsi” come chi scrive sorridano ricordando il Nietzsche di «Odio coloro che mi tolgono la solitudine senza farmi compagnia».
Stefano Jesurum, giornalista
(12 marzo 2020)