I rabbini delle medie e piccole Comunità
“Aggregazione anche a distanza,
ecco come ci stiamo muovendo”
Come conciliare la sfida di rispettare scrupolosamente le regole e lavorare al tempo stesso per rafforzare unità e coesione? Lo abbiamo chiesto ad alcuni rabbini di medie e piccole Comunità ebraiche italiane che si stanno attivando anche sulla spinta delle iniziative adottate dall’UCEI con il proprio canale Facebook dove ogni giorno sono proposte lezioni e approfondimenti su vari temi.
A Venezia, ancor prima dell’entrata in vigore degli ultimi decreti governativi, il rav Daniel Touitou proponeva lezioni di Torah sulla propria pagina Facebook. Tra i suoi colleghi c’è chi ha scelto i social e chi invece diverse modalità di comunicazione e aggregazione.
Massimo l’impegno ad abbattere la distanza da parte del rabbino capo di Firenze rav Gadi Piperno. Agli iscritti, nelle scorse ore, ha infatti rivolto questo appello: “In questi shabbatot, in cui il tempio è chiuso, non dimenticatevi di fare tefillà, di leggere lo shemà mattina e sera, di dire quelle amidòt che avreste letto al tempio. Leggete la parashà, quella di questo shabbàt è per altro davvero importante e significativa. Se avete bambini a casa, prendetevi del tempo e parlatene con loro. Se avrete dei dubbi, delle curiosità, dopo shabbàt scrivete sui gruppi whatsapp o a me per mail e sarò felice di studiare con voi”. L’impegno, per la prossima settimana, è quello di fornire a bambini e ragazzi un Talmud Torà quanto più possibile quotidiano. Lo stesso rav terrà due lezioni al giorno, una al mattino di Torà con Rashì e una al pomeriggio sulle halakhot di Pesach. Rav Piperno invita ad essere comunità nel pieno senso del termine, per affrontare al meglio questo delicato frangente. Da parte sua totale disponibilità: “Cerchiamo di sentirci, di chiamarci, di comunicare con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione”.
A Trieste c’è una delle sinagoghe più grandi d’Europa. I numeri relativamente piccoli della Comunità hanno facilitato, fino a pochi giorni fa, il regolare svolgimento delle funzioni. “Far rispettare le distanze di sicurezza e le altre disposizioni non è stato un problema. E così abbiamo celebrato Purim, leggendo in sinagoga la Meghillat Ester. Fino a ieri pensavo di aprire il tempio per le tefillot. Con le nuove raccomandazioni – spiega il rabbino capo, rav Alexander Meloni – abbiamo però ritenuto di dover procedere con la chiusura. Questo per venire all’incontro all’esigenza di non far uscire e circolare le persone”.
Si presentano adesso sfide nuove. “Già da giorni, con la chiusura della scuola ebraica, avevamo comunque dovuto procedere con un primo adattamento. Fino ad ora la didattica a distanza è stata quella ‘classica’, con libri e compiti assegnati. Adesso – spiega il rav – implementeremo i servizi online”. Un potenziamento virtuale dell’offerta educativa che riguarderà non solo i più giovani. “Sto realizzando dei video ad hoc, per tutta la Comunità, anche pensando a Pesach. Ad esempio lezioni specifiche sul Seder, su come organizzarlo nella propria abitazione. Purtroppo – commenta il rav – è un momento aggregativo che rischiamo di perdere”. Nessuno, conclude, deve sentirsi solo. “Anche solo per un saluto, ci sono e ci saremo sempre”.
“Il popolo ebraico, nella sua storia, ha affrontato ben altre sfide. Una lezione che mi auguro sia per tutti. Anche questa passerà. L’importante è non perdere mai la fiducia, cercare di trasmettere la massima serenità. È questo il compito di un rabbino. Ed è quello che sto cercando di fare al mio meglio”. Così rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna (nell’immagine). Su un canale interno alla Comunità diverse sono state le occasioni per interagire virtualmente con gli iscritti, dalla lettura della Meghillat Ester ad alcune lezioni su argomenti specifici. “Speriamo che questa emergenza finisca al più presto. Nel frattempo non possiamo che organizzarci. Il nostro calendario – racconta il rav – prevede al lunedì una lezione su Pesach, al mercoledì un approfondimento di Torah e al venerdì uno sguardo alla Parashah della settimana”. I primi segnali ricevuti sono incoraggianti. “L’interesse che riscontro – sottolinea – è molto significativo e positivo”. Quanto questo sia importante il rav lo ricorda oggi anche nel suo pilpul settimanale, dove scrive: “Cerchiamo di vivere, se non fisicamente, almeno con il pensiero, legati ai nostri fratelli che sono fisicamente lontani e sentirci uniti con la forza di andare avanti”.
Guarda a Pesach anche rav Yosef Labi, rabbino di Verona. “Purtroppo bisogna prepararci al fatto che difficilmente sarà possibile organizzare un Seder in Comunità. Per questo – dice il rav – sto lavorando a una guida essenziale sulla festa che vorrei far avere a tutti gli iscritti la prossima settimana. Ciascuno potrà così cercare di regolarsi. Diversi gli aspetti che saranno presi in considerazione, dal Seder stesso alle pulizie”.
Come i suoi colleghi, anche rav Labi ha dato tutta la disponibilità ad interagire attraverso telefonate, email, whatsapp e ogni altro strumento necessario. “Non sono particolarmente tecnologico – ammette il rav – ma nei prossimi giorni cercherò anche di far leva sul web e sulle potenzialità che offre”. L’invito in ogni caso è a pregare perché questa situazione finisca al più presto. Il messaggio è per tutta l’Italia ebraica. “Servono – conclude – Teshuvah, tefillah e tzedakah”.
(13 marzo 2020)