Gli italiani e il Coronavirus
Misure intraprese dal governo,
apprezzamento in crescita
“In un contesto emotivo che ha visto progressivamente aumentare la preoccupazione per il contagio e in cui gli italiani hanno ridotto al minimo i contatti con le altre persone, le misure più restrittive prese dal Governo erano attese ed auspicate dalla maggioranza degli italiani. Oggi solo pochissime persone pensano che si stiano prendendo misure eccessive, mentre la maggior parte della popolazione sta facendo i conti con abitudini e ritmi di vita che sono cambiati repentinamente”.
Nuova fotografia dell’Italia al tempo del Coronavirus da parte dell’istituto di ricerca Swg. Nell’indagine diffusa nelle scorse ore, corredata di vari grafici, si registra come rispetto a tre settimane fa cambi profondamente la percezione della situazione “sia rispetto alla sua durata che al numero finale di vittime che si conteranno”. Ad aprirsi è quindi una nuova fase di tempo sospeso, in attesa che la forza dell’epidemia decresca. Un tempo che, si legge, “sarà necessario saper gestire sia dal punto di vista emotivo, che dalla capacità di resilienza ed empowerment”. Un tempo inoltre in cui elementi come la composizione della famiglia e la tenuta delle relazioni familiari, la qualità degli spazi abitati, la possibilità di rimanere ancorati al lavoro “potranno fare la differenza e lasciare strascichi importanti sulla vita delle persone, anche una volta terminata la crisi”.
Alcuni dati rilevati da Swg. La preoccupazione degli italiani rispetto alla pandemia è cresciuta esponenzialmente, al pari della diffusione del virus. Solo l’ultimo decreto ha rallentato di poco l’ansia. A fine febbraio si diceva preoccupato il 48% degli italiani. Un numero che saliva al 67% il 6 marzo, pochi giorni dopo la chiusura delle scuole, e si impennava al 91% l’11 marzo. Il giorno successivo, dopo l’entrata in vigore del decreto che ha fatto di tutto il Paese una “zona rossa”, la quota calava all’88%.
All’aumentare della preoccupazione cresce anche l’esigenza di interventi drastici. In forte ascesa, dopo l’ultimo decreto, la quota di italiani che ritiene che il governo si stia muovendo nel modo più adeguato. Era il 21% l’11 marzo. Il giorno successivo il numero è salito al 32%. Segnalato a picco il numero di quanti ritengono che le misure prese siano eccessive. Oggi appena il 3%.
Il virus, come noto, comporta preoccupazioni non di sola natura sanitaria. Il 51% del campione interpellato tra l’11 e il 13 marzo teme di perdere il proprio lavoro o che persone vicine abbiano a subire questa privazione. Tra il 26 e il 28 febbraio solo il 21% aveva esternato questa angoscia.
(17 marzo 2020)