Il Seder di Pesach su Zoom,
la proposta dei rabbini sefarditi

Si avvicina l’appuntamento con la festa di Pesach, tra i momenti più significativi e solenni del calendario ebraico. Occasione per eccellenza di riflessione sul significato dell’identità e sulla sfida di essere liberi. Ma anche gioioso momento di aggregazione in cui parenti e amici, durante la lettura dell’Haggadah che scandisce il Seder, si ritrovano a tavola per condividere la sfida di essere popolo con destino e valori comuni. Grandi e piccini insieme: un patto tra generazioni.
Al tempo del Coronavirus e dell’emergenza sanitaria, una possibilità purtroppo non praticabile. Per un gruppo di autorevoli rabbini ortodossi (tra loro rav Eliyahu Abergil, già a capo del rabbinato di Gerusalemme) esisterebbe però una strada alternativa per salvare almeno in parte lo spirito aggregativo di Pesach. La proposta è stata esplicitata nelle scorse ore generando un ampio dibattito all’interno del rabbinato non solo israeliano ma anche della Diaspora (Italia compresa): fare in modo che, durante il Seder, famiglie separate dall’emergenza possano connettersi a distanza attraverso il programma di video conferenze Zoom.
A Pesach, come nelle altre feste solenni e durante lo Shabbat, non è permesso l’utilizzo di dispositivi elettronici. Un divieto che però – è stato sottolineato dai rabbini, tutti di origine sefardita – può essere aggirato in queste circostanze eccezionali attraverso alcuni accorgimenti. Come quello di accendere la strumentazione necessaria e lanciare il programma prima che la festa abbia inizio. Per i rabbini sefarditi il rischio altrimenti è che molti giovani, senza una connessione diretta con i loro cari, “possano non celebrare il Seder”. E che gli anziani, in solitudine, “possano lasciarsi andare a sentimenti depressivi”.

(25 marzo 2020)