Italia, buoni spesa per le famiglie
Subito aiuti a chi è in difficoltà

rassegna“Lo Stato c’è. Sappiamo che ci sono tante persone che soffrono, c’è chi addirittura ha difficoltà a comprare generi alimentari. Ho firmato il Dpcm, giriamo 4,3 miliardi ai Comuni e aggiungiamo 400 milioni con ordinanza della Protezione civile con il vincolo di utilizzare queste somme per le persone che non hanno i soldi per fare la spesa. Da qui nasceranno buoni spesa ed erogazioni di generi alimentari”. A dichiararlo in conferenza stampa il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il governo italiano si impegna dunque per cercare di tutelare le fasce più deboli, con una manovra al centro dei quotidiani di oggi. Saranno i comuni ad erogare a persone e famiglie in difficoltà i buoni spesa per acquistare generi alimentari e altri beni di prima necessità, spiega il Corriere, “Ma per accelerare i tempi ci sarà anche una distribuzione diretta di questi beni, a partire già da questa settimana, affidata alla rete della solidarietà nazionale. Conte la chiama la ‘catena’ e vede in campo i servizi sociali comunali, il terzo settore, volontariato e associazionismo”. Riguardo alle fasce più in difficoltà, il governo, riporta Repubblica, ha stanziato un vero e proprio Reddito di emergenza: “una misura eccezionale in grado di coprire il doppio dei lavoratori sin qui raggiunti dall’indennità una tantum e per tutto il tempo della gravissima crisi sanitaria ed economica. Si fanno i calcoli, ma potrebbero essere necessari 6 miliardi per 10 milioni di lavoratori”.

Coronabond, scontro Italia-Von der Leyen. La presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen fa infuriare il governo italiano, affermando che i coronabond – un’opzione promossa da Italia ma anche Spagna e Francia, con altri paesi, per raccogliere almeno 1000 miliardi e non sprofondare in una recessione epocale – sono solo uno “slogan” (Repubblica). Poi il passo indietro della stessa Von der Leyen: “Non escludiamo nessuna opzione nei limiti del Trattato, proporremo un aumento del bilancio per rispondere alla crisi”. Rimane però evidente la divisione tra nord e sud d’Europa sulle strade da intraprendere per arginare la crisi. Uno scontro che rischia di segnare il percorso dell’Unione europea.

Minoranze al tempo del corona. Sul Fatto Quotidiano si racconta come stanno reagendo le minoranze religiose di fronte all’emergenza coronavirus. L’articolo – dal titolo “Tra Torah e Corano, cosa fanno le altre fedi” – apre ricordando l’impegno dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a favore della società, con la decisione di destinare una parte dell’Otto per mille al supporto diretto dell’emergenza. “La storia ebraica – le parole della presidente UCEI Noemi Di Segni riprese dal Fatto – è caratterizzata dall’assunzione di responsabilità, verso se stessi e verso il prossimo”. Il quotidiano ricorda inoltre l’impegno dell’Unione e della sua redazione giornalistica nell’offrire contenuti, tra cui “su Facebook ogni giorno c’è una rassegna stampa commentata, oltre ai contribuiti dei rabbini e alle lezioni di lingua ebraica”.

Arginare i disordini. Al Viminale c’è preoccupazione per possibili disordini, innescati nelle zone più depresse del paese. In primo luogo il Mezzogiorno, dove l’economia sommersa (improvvisamente paralizzata dai divieti di circolazione) ha permesso finora di vivere a moltitudini di persone e famiglie. Fasce di popolazione che si sono sempre sostenute con il lavoro nero o espedienti – scrive il Corriere – che da tre settimane non raccolgono più nulla”. E nel sottobosco dei social, avvertono le autorità, c’è chi cerca di sfruttare le paure di questo mondo per aizzarlo contro lo Stato. Non solo, sottolinea Repubblica, i vertici della polizia lanciano un altro allarme per possibili infiltrazioni mafiose: “L’impatto dell’attuale crisi sanitaria potrebbe esporre maggiormente imprenditori e commercianti delle varie categorie ai tentativi di ‘reclutamento’ economico e di finanziamento illecito, con modalità di interposizione fittizia”.

Il dopo. “I richiami al Dopoguerra non ci confondano: tra la Liberazione e il boom economico l’Italia ha vissuto anni di sacrifici e dolorosi scontri interni”, è l’invito di Aldo Cazzullo sul Corriere, che ricorda cosa significò per il paese rialzarsi dopo il secondo conflitto mondiale. “L’Italia fu ricostruita con il lavoro. – scrive Cazzullo – Lavoro prestato a volte in condizioni durissime: ciminiere in città, reparti verniciatura, acciaierie in riva al mare; errori da non ripetere. Ma lavoro; non redditi di cittadinanza per tutti. Un conto è dare oggi soldi in mano a chi non può fare la spesa; questo è giusto. Un altro conto è pensare che il futuro appartenga ai sussidi, a una garanzia universale finanziata dai surplus della rete o dalla benevolenza della Bce”. Sempre sul Corriere, Ferruccio De Bortoli invita invece a mantenere la fiducia: “ingrediente prezioso, il collante del nuovo senso civico. Se dispersa o tradita allenta lo sforzo sovraumano che il Paese sta producendo nella lotta al virus. Si alimenta di prudente realismo non di scenari ingannevoli. O di promesse buttate lì, che non si sa come garantire”.

L’odio in rete. “Su una pagina social del nostro partito o sindacato o associazione yoga o confessione religiosa o circolo del burraco possiamo scrivere: ‘Ebrei al forno’? E se non fosse possibile, chi è titolato a proibirlo? E in quali sanzioni incorreremmo in caso di violazione del divieto?”. Sono alcuni degli interrogativi che si pongono su Repubblica Valeria Fiorillo e Luigi Manconi, che analizzano il problema dell’odio online e riflettono su quali misure sono efficaci per contrastarlo.

Vite da raccontare. “Le leggi razziali del 1938. Da lì iniziò l’incubo durato fino al 25 aprile 1945. Non dimenticherò mai le lacrime di mio padre mentre leggeva il giornale dove erano pubblicate quelle leggi infami che stravolsero per sempre le nostre vite”, è uno dei passaggi del Diario di Franca Valeri, nata Alma Franca Maria Norsa, sceneggiatrice e attrice che il prossimo 31 luglio compirà cento anni. Un secolo di storia che Valeri ha raccontato in un diario presentato oggi da La Lettura del Corriere. Sullo stesso inserto, Alessandro Piperno ricorda un altro grande della cultura moderna, lo scrittore, saggista e accademico francese George Steiner: “L’anarchico platonico”, come lo definisce Piperno.

Fede. L’ebraismo come esempio da seguire nella trasmissione della fede. Così affermava ill cardinale Carlo Maria Martini, grande amico del mondo ebraico, in un suo intervento del 2006, riproposto oggi dall’Osservatore Romano. “Voglio riferirmi ancora qui all’esperienza del popolo ebraico, quella che quotidianamente vado facendo in Israele, dove per trasmettere la fede non ci sono catechismo, catechisti, e nemmeno ore di religione. – spiega Martini – Come viene allora trasmessa la fede? In famiglia, non attraverso delle definizioni astratte, fatte imparare a memoria, ma attraverso la celebrazione delle varie feste. Le feste sono il grande luogo di insegnamento della fede per il bambino ebraico”. A proposito di fede e preghiera, il Giornale intervista Claudio Vercelli, docente di storia ebraica, in merito all’immagine di Bergoglio in una piazza San Pietro deserta.

Jciak. Attore, regista e produttore, Sydney Pollack è stato uno dei protagonisti del grande cinema americano dello scorso secolo. A tratteggiarne un ritratto su La Stampa, Antonio Monda, che ricorda come Pollack fosse “nato a Lafayette in una famiglia di ebrei russi, e scherzava sulle proprie origini: ‘Vengo dall’Indiana, se capisco io una cosa, la possono capire tutti’. Il padre era un pugile che non ebbe mai successo e dopo infinite sconfitte lavorò in una farmacia. La madre mori a 37 anni dopo aver avuto seri problemi di alcool. La coppia si era separata quando lui era ancora bambino e per mantenersi Sydney fece i lavori più umili, quali l’autista di camion. Dopo aver fatto il soldato cominciò a suonare il jazz, diventando un ottimo pianista, e poi a recitare”. Sul Corriere Lettura viene invece bocciata – come fatto su queste pagine da Dario Calimani – la serie Hunters, definita una serie tv che “riduce la Shoah in fiaba”. Positivo invece il giudizio del Domenicale del Sole 24 Ore rispetto all’adattamento televisivo del libro di Philip Roth Il complotto contro l’America.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked