Un Presidente per amico

Fra i tanti segni di speranza, in questi tempi che vedono la speranza continuamente minacciata, ci sono anche i nostri errori, la nostra fragilità, le nostre imperfezioni. Tutto quello che ci rende più umani e che ci porta un sorriso.
Il portavoce del Quirinale Giovanni Grasso, un amico, un collega giornalista e un intellettuale italiano di prim’ordine non solo per le sue capacità professionali, ma anche per le sue doti umane, aveva da poco terminato la diretta del video Pilpul con la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, quando si è trovato assieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in quel momento di familiarità (“Anch’io non posso andare dal barbiere”) che per errore è andato in trasmissione a margine del videomessaggio ufficiale tanto atteso dagli italiani.
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Grazie Presidente, e grazie Giovanni, per la simpatia e per l’umanità. I despoti e i fantocci mostrano oggi il loro volto più osceno. I veri grandi fanno risplendere il proprio lato umano.
Così come è avvenuto alla Cancelliera tedesca Angela Merkel. Dopo essersi rivolta alla nazione nel più drammatico messaggio del Dopoguerra, si è presentata con lo stesso abito addosso da sola, il giorno seguente, nel suo abituale supermercato a fare la spesa. Un segno di sciatteria, come si sono affrettati a sostenere i soliti imbecilli? Quello stesso vestito, dello stesso colore della bandiera europea, serviva invece ad affermare: “Sono sempre la stessa persona, quando mi rivolgo alla nazione e quando vado a fare la spesa. E quando vado a fare la spesa, mi metto in fila come gli altri. Guardate tutti il mio carrello, acquisto solo lo stretto indispensabile. E quattro bottiglie di vino italiano”.
 
gv