“Le mie mascherine per Livorno,
per ritrovare al più presto la luce”

“Invece che stare con le mani in mano ho pensato fosse giunto il momento di fare qualcosa. Con la speranza che anche un piccolo gesto come questo possa aiutarci a vincere la battaglia contro il virus e a vedere la luce al più presto”. Gabriele Ortona, 50 anni, livornese, è un imprenditore ed è anche un esponente della Comunità ebraica cittadina. La sua azienda – la Ortona Tensostrutture, fondata nel 1968 – è specializzata nella realizzazione di coperture per esterni. In queste circostanze eccezionali ha deciso di modificare la produzione per realizzare mascherine sanitarie non medicali. Ne produce all’incirca 500 al giorno, che sono poi donate alla Protezione Civile. 
“Avevamo le condizioni per farlo dal punto di vista sia dei macchinari sia degli standard di sicurezza richiesti. L’idea – racconta – mi è venuta qualche giorno fa, parlando con un amico che lavora per l’appunto alla Protezione Civile. Anche i dipendenti sono stati contenti: si lavora, evitando di andare in cassa integrazione, e con il nostro lavoro si fa qualcosa di prezioso, contribuendo a lottare contro la diffusione del contagio. La speranza è di poter presto avere le autorizzazioni necessarie per produrre mascherine per il personale medico”. 
Uno sforzo che tiene lontani anche pensieri angoscianti. “Non è bello stare da soli, isolati. Ho figli a Milano e la compagna a Roma. Rimboccarsi le maniche, far qualcosa, aiuta ad affrontare queste giornate. Soprattutto – dice Ortona – se si ha la possibilità di lasciare, in qualche modo, un segno”. Non è solo la Protezione Civile a beneficiare delle mascherine prodotte dall’azienda. Dice Gabriele: “Si sono rivolti a noi anche dei privati cittadini, con l’intenzione di acquistarne un lotto. Non ho mai voluto un euro. Ho solo chiesto, in cambio, di fare una donazione alla Comunità ebraica. Una realtà che ha sempre dato tanto a Livorno e ai livornesi”. 

(2 aprile 2020)