Europa, l’ora del coraggio
Sono 2770 i miliardi di euro mobilitati dall’Unione europea per far fronte a “una crisi europea mai data dalla storia”. Lo ha spiegato la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, presentando il piano di aiuti per l’Europa. Per aiutare i Paesi più colpiti dal coronavirus, come Spagna e Italia, la Commissione europea conferma la proposta di un fondo anti-disoccupazione SURE, “che potrà mobilitare 100 miliardi di crediti, sulla base di garanzie messe a disposizione dagli Stati membri, per 25 miliardi. L’iniziativa sarà presentata all’Eurogruppo e confido che sarà adottata velocemente”, afferma la Von der Leyen, che ieri in una lettera a Repubblica aveva chiesto scusa all’Italia per i passi falsi dell’Ue nei primi giorni dell’emergenza sanitaria. Sullo stesso quotidiano le risponde oggi il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, confermando l’apprezzamento per il piano Sure ma aggiungendo che è necessario trovare ulteriori risorse per “sostenere i nostri sistemi sanitari, per garantire liquidità in tempi brevi a centinaia di migliaia di piccole e medie imprese, per mettere in sicurezza occupazione e redditi dei lavoratori autonomi”. Conte chiede un ulteriore passo e maggiore coraggio da parte dell’Europa e rilancia la sua idea di un
“European Recovery and Reinvestment Plan. Si tratta di un progetto coraggioso e ambizioso che richiede un supporto finanziario condiviso e, pertanto, ha bisogno di strumenti innovativi come gli European Recovery Bond: dei titoli di Stato europei che siano utili a finanziare gli sforzi straordinari che l’Europa dovrà mettere in campo per ricostruire li suo tessuto sociale ed economico”. Non è una condivisione del debito passato dei singoli stati, afferma Conte, ma “si tratta – piuttosto – di sfruttare a pieno la vera ‘potenza di fuoco’ della famiglia europea, di cui tutti noi siamo parte, per dare vita a un grande programma comune e condiviso di sostegno e di rilancio della nostra economia”. Ci vuole coraggio, afferma Conte. D’accordo Mattia Feltri, vicedirettore de La Stampa, che critica le scuse della Von der Leyen (e non risparmia Conte e tutti i partiti) e chiede un rilancio delle democrazie liberali, dell’Europa unita sotto questi valori.
Intanto, sul tema economico sollevato da Conte, sul Sole 24 Ore, Klaus Regling, direttore generale del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), afferma però che per i Covidbond ci vogliono tempi lunghi. Per Regling sarebbe quindi “meglio ricorrere agli strumenti già pronti”.
Plauso a medici e operatori sanitari. Tanta è la gratitudine dimostrata in queste settimane in Italia – e non solo – a medici, infermieri e operatori sanitari per il loro lavoro incessante per curare migliaia di persone dal Covid-19. “Se vinciamo è grazie a loro”, ricorda oggi Repubblica a titoli cubitali in prima pagina. “Dall’inizio dell’epidemia sono morti 68 medici, 23 infermieri e decine di operatori del 118. Diecimila sono stati colpiti dal virus. Lasciati senza protezioni, si sono sacrificati per salvare migliaia di persone”, ricorda il quotidiano.
Senso di responsabilità. Gli errori compiuti dall’Italia e quelli da non fare nel prossimo futuro, al centro di un lungo editoriale di Paolo Mieli sul Corriere della Sera. Tra gli elementi toccati da Mieli, la critica nei confronti della Germania e il senso di responsabilità dell’Italia. “Non si può ogni volta che si hanno pur giustificate rimostranze nei confronti della Germania accusarla di essere rimasta o tornata ai tempi del Terzo Reich. Non si può perché questo non è vero. – avverte Mieli – La solidarietà che giustificatamente chiediamo ai tedeschi (e agli olandesi) dobbiamo saperla ricambiare con un atteggiamento più rispettoso nei confronti del dibattito interno di quei Paesi, peraltro più articolato del nostro. La richiesta di solidarietà dovrebbe poi andare al passo con il senso di responsabilità. Talché quando chiediamo di poter disporre delle risorse necessarie ad affrontare l’attuale crisi, dovremmo preoccuparci di dimostrare – in primo luogo a noi stessi – che i soldi ottenuti li spenderemo in modo avveduto”.
Antisemitismo dipinto. Nel suo Pilpul settimanale per Pagine Ebraiche 24 il direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera denunciava la riproposizione in quadro di una delle più tragiche bugie antisemite circolate in Italia: il caso di Simonino da Trento. Un falso clamoroso che fu usato per giustificare le persecuzioni anti-ebraiche e che è stato riproposto di recente in un dipinto del pittore Giovanni Gasparro, pubblicato sui social network. La denuncia di Luzzatto Voghera è stata ripresa a livello internazionale (e in Italia oggi anche dal Corriere trentino che riporta il citato pilpul del direttore del Cdec). Ne parla in un ampio articolo pubblicato su Vatican Insider (La Stampa), Lisa Palmieri-Billig. “Rappresentanti ebrei e israeliani e media hanno espresso il loro sconcerto e la loro indignazione per questa mostruosità antisemita mascherata da arte religiosa – scrive Palmieri Billig – che sfida tutti i progressi che abbiamo fatto nella riconciliazione tra due religioni sorelle dopo quasi 2000 anni di periodici pogrom istigati da ‘l’insegnamento del disprezzo’ basato su una falsa interpretazione dei veri principi morali del cristianesimo – principi che affondano le loro radici nello stesso ebraismo disprezzato”.
Giustizia per Daniel Pearl. Un tribunale pachistano ha ribaltato la condanna alla pena di morte per uno dei responsabili del rapimento e uccisione nel 2002 del giornalista del Wall Street Journal, Daniel Pearl. Omar Saeed Sheikh, un cittadino britannico, era stato condannato alla pena capitale per il sequestro e l’omicidio del reporter, ma la Corte di appello di Karachi ha stabilito adesso che avrebbe dovuto scontare soltanto sette anni di carcere. Con tutta probabilità Sheikh, sospettato anche di complicità con gli attentati dell’11 settembre, sarà scarcerato. Sul Corriere si parla delle ombre di questa vicenda, chiedendo giustizia per Pearl.
Firenze, preghiera comune. Su invito del sindaco di Firenze Dario Nardella, il rabbino capo della città rav Gadi Piperno, l’arcivescovo cardinale Giuseppe Betori e l’imam Izzedin Elzir si ritroveranno oggi per una preghiera comune (Corriere fiorentino).
Storia di un piano immortale. Andrà all’asta in Israele il Piano Immortale di Siena, “lo strumento musicale, costruito a Torino 200 anni fa, in parte con legno di cedro del Libano proveniente dal tempio di re Salomone e che meritò il soprannome, preso in prestito dal Vecchio Testamento, di Arpa di Davide”, racconta oggi La Stampa, ricostruendo le vicende del piano.
L’arcobaleno. Massimo Giuliani, ricordando l’uso di queste settimane di esporre lenzuola con l’arcobaleno, mette in relazione lo stesso arcobaleno con la tradizione ebraica (Avvenire). “In ebraico, arcobaleno si dice qesher che vuol dire sia ‘arco’ sia ‘varietà’. – spiega Giuliani – Il termine rimanderebbe dunque alla pluralità di colori che lo compongono e che appaiono in cielo in forma di arco. Il fenomeno compare nella Bibbia già ai primi capitoli della Genesi, nella saga di Noè, alla fine della storia del diluvio universale”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked