Un mondo prima sconosciuto

francesco bassanoNel mezzo di questo periodo drammatico e apparentemente senza fine forse è possibile cominciare ad intravvedere uno spiraglio di luce, una via d’uscita, o almeno a percepirla. Mi auguro di non sbagliarmi. Sarà il calo dei contagi in Italia (purtroppo non ancora accompagnato da quello dei decessi), l’approssimarsi delle festività di Pesach – e quindi del “passaggio” e soprattutto della “liberazione” -, e poi l’arrivo della primavera con giornate più lunghe e soleggiate. Quando terminerà il pericolo dell’epidemia magari trarremo qualche tesoro da questo triste periodo. Non solo migliorando i nostri rapporti con l’altro, ma anche nel conservare qualche aspetto di questo mondo che prima era a noi sconosciuto. Meno veicoli in giro hanno portato ad una diminuzione dell’inquinamento atmosferico e a un miglioramento della qualità dell’aria, la quale è più tersa quasi come se ci trovassimo in alta montagna. La giornata, e soprattutto la sera è sempre scandita dal silenzio. E poi il canto dei volatili, forse c’è sempre stato, ma coperto dal rumore dei motori e presi dalla frenesia del quotidiano non perdevamo mai ore ad ascoltarlo. Scrive Wlodek Goldkorn “nell’asino del Messia” (Feltrinelli, 2019), “Nella tradizione ebraica, i luoghi senza volatili non vanno mai abitati”.

Francesco Moises Bassano