L’Haggadah al tempo del virus

“L’idea è nata dal desiderio di spiegare ai nipotini, in questo momento di preoccupazione collettiva, attraverso le parole e i disegni il significato di quello che stiamo vivendo”. Così, spiega Paola Mortara, è nata la sua “Haggadah del coronavirus” (clicca qui per scaricarla): un racconto, attraverso parole e disegni, per spiegare ai più piccoli l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e il perché a Pesach quest’anno non sarà possibile riunire tutta la famiglia. “È la nonnitudine che fa fare qualche follia – sorride Mortara – Volevo fare qualcosa per i miei nipoti, in questo momento in cui tutti siamo attivi per far sentire la nostra vicinanza, e mia sorella ha pensato che potesse essere utile anche per altri bambini. È un modo per sciogliere un po’ i nodi di questa paura che coinvolge un po’ tutti. Io la vivo molto da vicino: mia figlia è anestesista ed è in prima linea in questa battaglia. Prima c’erano i cori dai balconi ma ora mi sembra prevalga la preoccupazione per la propria salute, per la condizione economica. In più le feste passate in solitudine ci portano a interrogarci sulla nostra identità. Vivremo un Pesach diverso dal passato e speriamo che ci rafforzi per il futuro”.