L’appello di Schröder

rassegna“Se c’è un Paese che deve capire che dopo una crisi esistenziale è indispensabile avere un sostegno paneuropeo per la ricostruzione questo è la Germania. Noi siamo stati aiutati molto dopo la Seconda guerra mondiale, nonostante fossimo stati proprio noi a causarla”.
Sono le parole con cui l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, in una intervista al Corriere, richiama il suo Paese all’impegno e alla solidarietà. Un appello che arriva nel mezzo della complessa trattativa interna all’Eurogruppo.
Sempre più intensamente, in Italia, si parla intanto della cosiddetta “fase due”. Walter Ricciardi, membro dell’Oms e consulente del governo, invita comunque alla prudenza. “Per riaprire – dice in una intervista con La Stampa – il consiglio mio e degli altri scienziati è che prima diminuisca il contagio e si faccia un test ai sospetti positivi per la patente di immunità”.
“Con il virus non va uccisa la democrazia”: così Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea con delega a valori Ue e trasparenza in una intervista con il Sole 24 Ore. A inquietare sono in particolare i pieni poteri assegnati in Ungheria ad Orban. Afferma Jourova: “Chiaramente la sospensione della democrazia sarebbe inaccettabile. Il controllo del Parlamento e dei media deve essere assicurato. Monitoreremo l’applicazione degli stati di emergenza”.
C’è poi chi “arruola” il Coronavirus. Sono i terroristi islamici di Isis e Al Qaeda, che più volte in queste settimane hanno parlato del virus come di un alleato. “L’esplodere dell’epidemia ha colto di sorpresa anche i jihadisti, tanto che le immediate indicazioni dello Stato islamico ai suoi militanti erano di sospendere le ‘operazioni’ negli Stati infedeli, e di evitare di contagiarsi, con una serie di precauzioni simili a quelle prese dagli Stati più sviluppati. Ma presto – scrive La Stampa – la macchina della propaganda si è messa in moto per sfruttare la situazione”. 

Si avvicina l’accordo di governo, in Israele, tra Netanyahu e Gantz. “Il generale – racconta La Stampa – è andato nella residenza del premier israeliano, ancora chiuso nelle sue stanze per la quarantena. È restato nel giardino, a debita distanza dalla finestra aperta dello studio. I due rivali, che si sono sfidati per tre volte di seguito nel giro di un anno, si sono parlati fino a tarda sera ad alta voce, a volte gridando. Ma alla fine hanno risolto quasi tutti i nodi che ancora impediscono di formare un governo di unità nazionale”. La Stampa segnala in particolare l’annessione di un terzo della Cisgiordania, in base al piano americano, “che potrà essere conclusa prima dell’estate, a patto che ci sia il pieno appoggio Usa e di ‘altre istituzioni internazionali'”. Una clausola, quest’ultima, aggiunta da Gantz “per coinvolgere in qualche modo anche l’Onu”. 

Diverse riflessioni, sui giornali, sono dedicate alla festa di Pesach che avrà inizio stasera e su come i valori ebraici possono aiutare ad affrontare queste giornate di isolamento. Siegmund Ginzberg, su Repubblica, propone una lettura della storia delle piaghe “come monito sull’inadeguatezza dei governanti e l’arroganza dei Paesi che si ritengono invulnerabili”. Rav Scialom Bahbout, su La Stampa, sostiene che questa crisi non sarà venuta inutilmente “se ci indurrà a riflettere sui nostri comportamenti e sulla dispersione di occasioni e di mezzi di cui disponiamo per una vita più ‘umana”. Condividendo la riflessione di una lettrice, Paolo Conti (Corriere Roma) augura “Buona Pesach non solo agli ebrei romani ma a tutti i cittadini che attendono di lasciarsi questo deserto alle spalle per ritrovare la Terra della normalità”. Di Pesach al tempo del Coronavirus parla anche Ariel Dello Strologo, presidente della Comunità ebraica di Genova, rispondendo ad alcune domande della redazione locale di Repubblica.

Repubblica, in un testo firmato da alcuni suoi giornalisti (tra cui Gad Lerner), invita a un’ampia partecipazione dei lettori alle iniziative sul 25 aprile che saranno organizzate sul sito del quotidiano: “Mano a mano che la storia ci allontana da quel fatidico 1945, diventano più forti il rischio e il dolore di perdere la memoria diretta di quello straordinario, drammatico passaggio d’epoca”.

In prossimità del ventennale della morte, l’Osservatore Romano pubblica un ricordo di Giorgio Bassani: “Era un promettente pianista – si legge – ma quell’armonia, severa e dolce al contempo, di cui dava prova mentre le sue dita scorrevano sui tasti del pianoforte, si trasfuse ben presto nella pagina: le sue dita allora cominciarono a muoversi leggiadre sui testi della macchina per scrivere”. 

“Più che una miniserie in quattro puntate, sembra un film di circa quattro ore, tanto è alta la maestria con cui è girata, con un gioco di spazi (chiuso/aperto) che meriterebbe la gratificazione del grande schermo”. Così Aldo Grasso sul Corriere a proposito di Unorthodox, apprezzata dal critico televisivo anche perché “non si emettono sentenze, non c’è una divisione netta tra buoni e cattivi, nessuno viene demonizzato”.

Sempre sul Corriere, Aldo Cazzullo ricorda una sua visita al cardinal Martini a Gerusalemme e il suo saluto ad alcuni anziani israeliani e palestinesi: “Erano gli aderenti al Parents Circle, un’associazione che riunisce genitori di vittime del terrorismo di entrambi gli schieramenti. Gente che, disse il cardinale, si sarebbe ignorata o combattuta, se non fosse stata unita dal dolore. Che a volte tira davvero fuori il meglio che è in noi. Ma altre volte può creare ulteriori problemi”. Non si capisce però molto bene cosa intenda però Cazzullo per “vittime del terrorismo di entrambi gli schieramenti”. Per il popolare giornalista Israele esercita forse una forma di terrorismo organizzato? O si parla dei palestinesi a loro volta vittima di altri palestinesi?

Giuliano Ferrara, sul Foglio, paragona la vicenda del cardinale George Pell (prosciolto ieri in Australia dall’accusa di pedofilia) a quella del capitano Alfred Dreyfus. Sostiene Ferrara: “Gli ebrei nell’esercito sono potenziali traditori perché riconoscono la propria nazione come fatto religioso, e i cattolici in tonaca sono violatori della dignità umana, nella forma più bieca, perché esprimono il vecchio sogno teologico di una comunità che vive nel mondo ma non gli appartiene”. Una paragone a dir poco azzardato.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(8 aprile 2020)