Sportello sociale UCEI, l’impegno nell’emergenza
Un impegno costante per fornire assistenza a chi si trova in una situazione di bisogno, anche e soprattutto ora che il Paese si confronta con una stazione difficile, segnata dall’emergenza sanitaria. Il lavoro dello Sportello sociale territoriale dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane non si ferma e continua a fornire un aiuto, in particolare a tutte le piccole realtà ebraiche italiane che non hanno i servizi sociali e sono più isolate rispetto ad altre Comunità più grandi. In questa situazione di difficoltà in cui versa l’Italia, con coraggio le assistenti sociali Miriam Sofia, Giada Maiolini e Giulia Tura, stanno lavorando per non lasciare nessuno indietro. Il Servizio sociale territoriale dell’Unione – sostenuto con i fondi dell’Otto per mille – è diviso in tre macro aree operative, Nord-Est, Nord-Ovest, e Centro-Sud. E su idea del vicepresidente UCEI Giorgio Mortara – il cui impulso ha portato alla nascita del Servizio – ciascun assistente sociale sta tenendo una sorta di diario di bordo per documentare la propria attività, in questi giorni complicati. “Visto il grande numero di iscritti Torino è la comunità che mi occupa più tempo. – racconta Miriam Sofia, che si occupa del Nord-Ovest – Qualche settimana fa abbiamo lanciato una “call for action” rivolta agli iscritti in cui chiedevamo chi fosse disposto ad aiutare la Comunità in questo momento. Abbiamo ricevuto più di 20 adesioni tra persone disponibili a fare la spese per anziani, a fare chiacchierate telefoniche, a fornire supporto di qualsiasi tipo (anche economico). Durante la prima fase ho contattato i miei assistiti e gli over 85. Nella seconda fase i volontari ed io abbiamo iniziato a chiamare le persone senza mail per una chiacchierata ma anche per aiutarle nel compilare il modulo per Pesach. Nella terza fase abbiamo continuato le telefonate estendendole anche a persone “giovani” e non per forza sole”.
Ogni volontario, riceve da Sofia, una mail personalizzata con la lista delle persona da contattare e un vademecum in cui è spiegato cosa dire e come dirlo. “I volontari rimandano un feedback specifico a me e alla casella di posta che abbiamo attivato per l’occasione. Parallelamente a questo abbiamo attivato altre forme di supporto come i buoni spesa da utilizzare presso la panetteria kasher, grazie alle generose donazioni di alcuni iscritti. Abbiamo a disposizione diverse mascherine che vengono fornite ai volontari e a chi lo richiede. Torino utilizza i corrieri e le persone volontarie per le consegne dei prodotti per Pesach. I volontari mi stanno aiutando nel recupero degli scontrini necessari per la rendicontazione della Claims Conference (l’organizzazione che si occupa delle richieste di risarcimento nei confronti della Germania). Sono in costante contatto con i miei assistiti”. Purtroppo, sottolinea l’assistente sociale, in queste settimane ci sono state perdite e lutti, non solo legate al coronavirus, e questo richiede l’impegno a stare vicini e dare supporto ai familiari di chi è mancato.
“Per quanto riguarda il servizio sociale – racconta invece Giulia Tura, referente per l’Area Nord Est – in questo periodo vengono privilegiate le chiamate e le video chiamate con gli utenti dello sportello e della Claims. Viene dato supporto, in questo periodo di grandi difficoltà ed incertezze,attraverso l’ascolto ed il confronto. Sono riuscita a recarmi a Padova per recuperare i documenti per la claims e ho fatto dei colloqui veloci in strada con le badanti ed i familiari degli assistiti con tutti i dispositivi di protezione. Sicuramente una dimensione diversa dalla relazione abituale. Ho comunque trovato gli assistiti in buone condizioni psichiche”.
Per il Centro-Sud, Giada Maiolini sottolinea di aver preso subito contatto con i presidenti e referenti di Comunità per quando riguarda i fondi emergenza stanziati dalla Claims. “Abbiamo individuato le necessità di ogni singola comunità e cercato di personalizzare al meglio il bisogno di ciascun assistito”. Tra queste l’attivazione del supporto psicologico in particolare “per le comunità di Livorno, Pisa e Firenze”. Maiolini riporta anche del lavoro per attivare un fondo di emergenza per far fronte alle spese di generi alimentari, spedizioni pacchi e consegne a domicilio”.
E poi nuovamente la testimonianza di Miriam Sofia che non si occupa solo di Torino, Vercelli e Casale Monferrato ma sono di sua competenza anche Genova, Modena, Bologna. A Genova, spiega, “continuo a sentire i miei assistiti e a essere presente in caso di necessità. Alcuni mi hanno manifestato necessità economiche in quanto non stanno lavorando o sono in cassa integrazione, altri presentano momenti di sconforto. Prenderemo in carico una nuova utente Claims che vive a Sarzana”. A Modena, “la Comunità ha gestito bene le consegne di Pesach. Sono in contatto con l’utente di Modena che verrà presa in carico come Claims”. A Bologna, la Comunità “ha ultimato le consegne per Pesach. Sto organizzando una borsa lavoro per cercare di farmi inviare i documenti Claims dell’utente. Esistono altre situazioni che verranno valutate per un’eventuale presa in carico finita la situazione di emergenza”.