L’Italia e la fase 2 all’orizzonte

rassegna“Abbiamo bisogno di un orizzonte, se non certo perlomeno plausibile, di riconquista della normalità. Una normalità che garantisca la salute dei cittadini e che programmi in modo ordinato la ripresa della vita economica e sociale”. Lo evidenzia in prima pagina del Corriere della Sera il direttore Luciano Fontana, lanciando un chiaro messaggio alla politica sulla necessità di fornire agli italiani un orizzonte nuovo. Protagonista del video Pilpul di questa sera – l’approfondimento curato dalla Redazione di Pagine Ebraiche – Fontana parla di un cambio di passo necessario. “Chi ci governa spero conosca lo stato d’animo dei cittadini chiusi nelle loro case, bloccati nelle loro attività di lavoro e d’impresa, impauriti da difficoltà economiche sempre più evidenti. Non siamo del tutto sicuri. Altrimenti non metterebbero in scena lo spettacolo di divisioni e scontri, non ripeterebbero il copione politico che sembra appartenere a un’era che speravamo fosse svanita. Governo e opposizione sembrano tornati alle vecchie battaglie per la conquista del consenso, con slogan, show televisivi, dirette Facebook dalle finestre di casa. Intenti a diffondere la loro propaganda piuttosto che pensare alle misure utili per rassicurare gli italiani, dare speranza, portarli per mano fuori da questo tunnel”. Non molto rassicurante è la confusione sulle riaperture, in particolare di librerie, cartolerie e negozi di fiori, che da martedì dovrebbero essere aperte in tutta Italia stando all’ultimo dpcm. Non sarà così, racconta il Corriere, che spiega che Lombardia e Piemonte hanno deciso di mantenerle chiuse mentre in Veneto il presidente Zaia afferma che il 60% delle aziende sono già aperte. “Alcuni la chiamano autonomia regionale, altri semplicemente caos”, scrive il quotidiano, che in un altro articolo spiega quali saranno alcune delle regole dopo il 3 maggio, ovvero con l’inizio della famosa fase 2: per esempio, sui mezzi pubblici si starà seduti ma non tutti i posti potranno essere occupati, uffici e negozi dovranno essere puliti due volte al giorno, nei locali in 40 metri quadrati dovrà entrare un cliente alla volta.

Task force sanitaria e la chiave tecnologica. Chi si occuperà di dare le linee guida al governo per la citata fase 2, è la squadra annunciata dal Presidente del Consiglio Conte e guidata da Vittorio Colao. Per questo Repubblica titola: “Terapia Colao”. Secondo l’ex numero 1 di Vodafone, nell’Italia della riapertura avranno un ruolo centrale le reti. “Lo smart working ha sinora permesso di mantenere in piedi diverse attività, l’e-commerce ha consentito alle famiglie di rifornirsi di beni di ogni tipo e specularmente di dare sbocco commerciale alle produzioni alimentari e industriali. Nessun arretramento quindi sugli investimenti in tecnologia”, scrive Repubblica, in riferimento alla visione di Colao, cosciente però che bisognerà compensare “i costi sociali che una rivoluzione di questo tipo comporta”.

Le preoccupazioni del Capo dello Stato. Mentre lo scontro tra governo e opposizioni continua a tutto campo, il Presidente Mattarella torna a chiedere unità in un momento difficile per il paese. E responsabilità (Repubblica). Lo fa anche attraverso un messaggio agli italiani per la Pasqua, chiedendo di continuare a rispettare le misure. A proposito di festività, su Avvenire si riporta il messaggio di auguri dell’arcivescovo di Milano Delpini al rabbino capo della città rav Arbib in occasione di Pesach.

Il coronavirus a Gaza. Sul Sole 24 Ore si parla della situazione della Striscia di Gaza di fronte a questa emergenza sanitaria. Nell’enclave governato dal gruppo terroristico di Hamas per il momento si registrano pochi casi, ma il sistema sanitario è già al collasso e l’indifferenza generale verso le misure di protezione rischia di far esplodere il contagio. Sempre sul Sole 24 Ore, Ugo Tramballi sostiene che, passato il virus, i conflitti e le tensioni in Medio Oriente riprenderanno come prima.

Cos’è il 25 aprile. Furio Colombo, sulle pagine del Fatto Quotidiano, ricorda il significato del 25 aprile: Liberazione dal nazifascismo. Il punto fondamentale da tenere in mente quando si dice 25 aprile e Liberazione – scrive Colombo – è che non tutti gli eventi della storia sono transitori e dimenticabili. Non quelli che cambiano radicalmente la continuazione degli eventi. 25 aprile e Liberazione hanno accertato che il fascismo ha portato in dote il razzismo nel suo senso più profondo e incurabile. E ha portato la sua partecipazione attiva e molto utile alla Shoah, ovvero complicità e ininterrotto sostegno al progetto della distruzione radicale e disumana del popolo ebraico”.

Ricordando Bassani. Il 13 aprile del 2000 ci lasciava a Roma Giorgio Bassani. Saranno quindi 20 anni dalla scomparsa del grande scrittore ferrarese, autore del celebre Il Giardino dei Finzi-Contini. “Se Primo Levi racconta l’orrore dei campi di concentramento, Bassani si muove ai margini della Shoah privilegiando il ‘prima’ e il ‘dopo’ della persecuzione ebraica e sempre con il passo del narratore puro”, scrive il Fatto Quotidiano, ricordando il ruolo dello scrittore nel panorama culturale italiano del dopoguerra.

Segnalibro. “Chi è, veramente, Hertz Minsker? Se chiedete a lui, avrete una risposta chiara, senza ambiguità, inequivocabile. È un ciarlatano. O meglio, il ciarlatano, il prototipo di tutti gli imbroglioni che si aggirato nel vecchio e nel nuovo mondo. Isaac Bashevis Singer è un maestro della negatività. I suoi miscredenti sono tra i più riusciti della letteratura novecentesca”. Così Giulio Busi raccontando sul Domenicale del Sole 24 Ore dell’uscita in Italia de Il Ciarlatano di Singer (Adelphi). A proposito di Nobel per la Letteratura, su La Stampa Antonio Monda ricorda invece il suo incontro con Saul Bellow a New York: “lo avevo tormentato per avere un’intervista sulla cultura ebraica americana, e lui mi aveva convocato lì: prima voleva conoscermi”. Negli incontri successivi, racconta Monda, “mi resi conto che un elemento fondante della sua straordinaria intelligenza era la capacità di mettere in discussione le proprie idee, e una profonda curiosità, che rivelava un’intima umiltà di fronte al mistero dell’esistenza”.

La libertà, dopo la pandemia. Richard Sennett, noto sociologo americano, è il protagonista di una lunga intervista a firma di Wlodek Goldkorn su l’Espresso in cui si parla del futuro delle nostre città e non solo nel dopo-pandemia. A domanda se non rischiamo di abituarci a queste limitazioni di libertà, Sennett risponde: “Una cosa simile è ipotizzabile, ma a mio avviso non succederà. Mi spiego. Vorrei citare il caso estremo: i campi nazisti. Per noi ebrei è naturale pensarci. Ecco, sbagliava chi era del parere che i campi fossero stati la prova di quanto la gente si adatti a tutto. Non è così. Sappiamo grazie a Primo Levi e ad altri testimoni che a sopravvivere sono state le persone che hanno saputo mantenere una certa distanza da quello che accadeva loro, evitare di restare traumatizzate pur essendo sotto choc e in mezzo a cose spaventose”.

Jciak. Continuano le recensioni positive per Unorthodox, miniserie prodotta da Netflix, ispirata alla storia vera di Deborah Feldman e incentrata sulla fuga di una donna dalla Comunità newyorkese Satmar (corrente all’interno del chassidismo). Ne scrive oggi su Repubblica Natalia Aspesi.

Complotti ed estremismi. Germania preoccupata per l’aumento nel paese di reati di estrema destra (nel 2019, 22.337, nel 2018 erano stati 20.520) e di matrice antisemita (2.032 nel 2019, 1.799 nel 2018). II ministro degli Interni, Horst Seehofer, in una conferenza stampa richiamata oggi da Avvenire, ha sottolineato come sia “chiaro che in Germania l’estremismo di destra ha assunto una nuova dimensione, ma lo Stato sta reagendo per fermare questo pericoloso fenomeno”. A proposito di fenomeni pericolosi, su Repubblica Paolo Berizzi riporta come l’attuale pandemia sia usata anche come veicolo delle più odiose teorie antisemite e cita il documentario “Viral – Antisemitism in four mutations” uscito negli Usa a febbraio, che le analizza.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked