Isolarsi ancor di più
Sono giorni di fatica psicologica. Giornali, radiogiornali e telegiornali parlano solo di coronavirus. E appare giusto e comprensibile, vista l’emergenza e le preoccupazioni. Ma molto di ciò che si sente è esattamente uguale a ciò che si è già sentito, e ascoltare le teorie indimostrate di supposti esperti, smentiti magari il giorno dopo dalla realtà, non rende un buon servizio all’equilibrio delle persone e al montare della paura. L’unico messaggio necessario è il ‘restate a casa’, il resto è noia e ridondanza. Sembra che i notiziari abbiano finalmente trovato qualcosa di cui parlare e da rimasticarsi in bocca solo per riempire i propri vuoti di immaginazione. Qualcuno, il coronavirus, lo strumentalizza in senso proprio, per farsi spazio ed emergere fra i colleghi giornalisti. E tutto contribuisce a produrre ansia nell’animo della gente che non riesce a scorgere una via d’uscita dalla gravità del momento.
Alla fine, sei tentato di mettere sull’off tutti i mezzi di comunicazione, isolandoti ancora di più, se fosse possibile. E pensi, tanto per distrarti un po’, che se esci dal tunnel dell’emergenza sano e salvo, con il tuo rapporto coniugale integro e rinsaldato, beh, allora significa che tanti anni fa non hai sbagliato la scelta della persona con cui vivere. E lasciamo ai figli il diritto al sorriso.
Non si finisce mai di conoscersi.
Dario Calimani, Università di Venezia