Italia, i piani per la ripresa
Prosegue lo studio da parte del governo italiano, in collaborazione con la task force guidata da Vittorio Colao, di quali misure applicare per allentare il lockdown e favorire la ripresa del paese. In particolare, racconta il Corriere, pressioni dalle regioni del Nord con la Lombardia a proporre dal 4 maggio una ripresa del lavoro spalmato su 7 giorni invece che 5. Il quotidiano di via Solferino elenca inoltre alcune delle nuove regole pensate per la fase 2: spostamenti limitati per chi ha più di 70 anni e meno di 18, divieto di assembramento e gli incontri, anche se con poche persone, dovranno essere comunque segnati dal distanziamento. “Già dopo il 25 aprile potrebbe arrivare il via libera per numerose aziende, dalla moda all’auto, ma anche di alcuni cantieri”, spiega il Corriere, aggiungendo che “le aziende che riaprono, così come i negozi, dovranno seguire un protocollo molto stretto che riguarda sia la pulizia (due volte al giorno) sia i dispositivi. Oltre a dispenser per il disinfettante, le mascherine e i guanti, gli ingressi limitati e il distanziamento di almeno un metro, dovranno mettere a punto un vero e proprio programma sulla presenza dei dipendenti con turni alternati e soprattutto smart working per un numero più alto possibile di dipendenti”.
L’App per tracciare il contagio. L’Italia ha scelto la sua app di contact tracing, necessaria a tenere sotto controllo la diffusione del Covid-19. Si chiamerà Immuni e sarà scaricabile su base volontaria. Realizzata dalla società milanese Bending Spoons, l’app si compone di due parti. “La prima è un sistema di tracciamento dei contatti che sfrutta la tecnologia Bluetooth – spiega Repubblica – Attraverso il Bluetooth è possibile rilevare la vicinanza tra due smartphone nell’arco di un metro e di ripercorrere a ritroso tutti gli incontri di una persona risultata positiva al Covid-19, così da poter rintracciare e isolare i potenziali contagiati”. Seconda funzione, quella di diario clinico.
In classe a settembre. “Ancora troppi rischi, non siamo la Germania: in classe non si torna”. Così il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, chiudendo di fatto alla possibilità di un ritorno in classe prima di settembre. Intervistata dal Corriere, Azzolina chiarisce che “il governo a giorni prenderà una decisione. Ma con l’attuale situazione sanitaria ogni giorno che passa allontana la possibilità di riaprire a maggio. Significherebbe far muovere ogni giorno oltre 8 milioni di studenti”.
Israele, ancora elezioni? Sembrava impossibile e invece in Israele si parla del rischio di tornare alle urne, per la quarta volta in un anno. Benjamin Netanyahu e Benny Gantz, leader rispettivamente del Likud e di Kachol Lavan, non hanno trovato un accordo per formare il governo di unità nazionale. Gantz ha spaccato il suo partito pur di trovare l’intesa e con un ritorno alle urne ne pagherebbe care le conseguenze. Con Netanyahu gli incontri proseguiranno comunque in questi giorni: il leader del Likud, scrive oggi La Stampa, “si è impuntato sulla Giustizia, e ha chiesto di allargare le competenze del governo nella nomina dei giudici. Una rottura istituzionale dal punto di vista di Gantz, perché il premier dovrà affrontare a fine maggio la prima udienza nel processo che lo vede accusato di corruzione e abuso di ufficio. Non c’è stato nulla da fare. Ora restano 14 giorni per trovare una maggioranza”.
Israele, Vaticano, palestinesi, i diversi fronti della collaborazione. Dal lavoro comune con i palestinesi per contenere i contagi da coronavirus a quello con il Vaticano per combattere l’antisemitismo, l’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Oren David tocca diversi punti in un’ampia intervista rilasciata al settimanale Famiglia Cristiana. Rispetto ai rapporti con il Vaticano, l’ambasciatore sottolinea come siano basati “su un legame profondo, condividiamo gli stessi valori e gli tessi principi” e auspica che si intensifichi “la lotta contro l’antisemitismo – sfortunatamente in crescita – come previsto dall’Accordo Fondamentale tra Israele e Santa Sede firmato a Gerusalemme il 30 dicembre 1993”.
Yom HaShoah in rete. A causa dei diversi divieti di assembramento, non ci saranno cerimonie ufficiali in Israele per Yom HaShoah, il giorno che nel calendario ebraico ricorda le vittime della Shoah. Per questo, come evidenzia il Corriere 7, Yad Vashem ha lanciato un’iniziativa del ricordo attraverso la rete: “sul proprio sito ha reso disponibili i nomi delle vittime, divisi anche per Paese, chiedendo al pubblico di leggerli e nel frattempo di filmarsi per qualche secondo, per poi mettere i video sui social network con gli hashtag #RememberingFromHome e #ShoahNames. Tutto questo materiale creerà una grande cerimonia collettiva online”.
Luis Sepulveda (1949-2020). Tutti i quotidiani ricordano oggi con diversi approfondimenti la figura di Luis Sepulveda. Lo scrittore cileno è scomparso in Spagna, dopo diversi giorni di ricovero dopo aver contratto il coronavirus. “La gabbianella è volata via”, titola Repubblica mentre il Corriere lo definisce lo “scrittore della fine del mondo” e degli ultimi.
Memoria partigiana. Sul Venerdì di Repubblica Laura Gnocchi e Gad Lerner descrivono il loro progetto comune dedicato alla Resistenza e realizzato assieme all’Anpi: il racconto delle storie di 420 uomini e donne che hanno combattuto il nazifascismo. Storie che sono in parte raccolte nel libro Noi Partigiani. Memoriale della Resistenza italiana”, Feltrinelli, e in parte andranno in onda su Rai 3 nel programma La scelta.
Daniel Reichel