Da Israele alla Germania, i modelli
da seguire in questa emergenza

Israele è il paese più sicuro dove vivere in questo momento di emergenza sanitaria. In seconda posizione la Germania. È quanto afferma un recente studio internazionale che mette a confronto diversi paesi del mondo e il loro grado di sicurezza rispetto alla gestione della crisi del coronavirus. Nell’ultimo video pilpul – l’approfondimento curato dalla redazione di Pagine Ebraiche – presentiamo un’analisi di questo report, spunto per ulteriori riflessioni sul sistema sanitario d’Israele, sulle azioni intraprese dalla Germania e sul confronto con l’Italia.
Il Deep Knowledge Group, l’istituto che ha curato il report, ha intrecciato diversi dati di pubblico dominio, dalle misure applicate per l’isolamento al numeri di letti disponibili negli ospedali o di ventilatori, e stilato una graduatoria divisa in diverse sezioni (efficacia della quarantena, monitoraggio del contagio, efficienza della gestione da parte del governo, preparazione a rispondere all’emergenza), attribuendo – attraverso un algoritmo – un punteggio ai paesi per ciascuna di queste. Israele emerge così, almeno secondo questa indagine, come il modello da seguire in questa crisi pandemica, seguito dalla Germania mentre l’Italia viene evidenziata come la nazione più pericolosa.
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Il governo di Gerusalemme ha rilanciato questo risultato mentre i media israeliani lo hanno preso come spunto per interrogarsi sui punti di forza e su quelli di debolezza del proprio sistema sanitario. Il paese ha reagito prontamente, spiegano gli esperti, con la chiusura dei propri confini e l’autoisolamento anticipato rispetto a molte altre nazioni. La preparazione alla emergenze di un’Israele abituata ai conflitti ha permesso poi di applicare misure eccezionali (come la previsione di dividere gli ospedali in strutture con solo pazienti covid-19 e altre senza) con tempistiche brevissime. Non mancano però le critiche: la Commissione per il Coronavirus della Knesset ad esempio ha contestato la mancanza degli strumenti necessari per fare test su ampia scala e di strumenti di protezione. Ancor più serio, l’indice puntato nei confronti del ministro della sanità Yaakov Litzman da medici e accademici: in due lettere firmate da personalità di primo piano del mondo scientifico israeliano si chiede infatti la sua sostituzione perché non in grado di gestire l’emergenza. Nelle missive si critica inoltre la politica, avviata da tempo, di grandi investimenti sulla sanità privata a scapito di quella pubblica. I punti critici – se visti da Israele – dunque non mancano neanche in un sistema indubbiamente d’eccellenza.
Cosa accade in Germania, è l’altro elemento di cui si parla del video pilpul. In particolare la redazione presenta – oltre ai risultati del report che mettono il paese sul podio rispetto alla capacità di risposta in questa crisi – il documento che il governo di Berlino ha utilizzato per definire le riaperture nel paese, la cosiddetta fase 2. Un documento tecnico che spiega come in Germania si guardi già nel prossimo futuro a un ritorno a una normalità vigilata. A redarlo virologi, medici, ma anche psichiatri, psicologi, pedagogisti, storici e pedagogisti. Una equipe con professionalità diverse che dà il senso della capacità di Berlino di rendersi conto della complessità della crisi in cui ci troviamo e della necessità di avere – nel minor tempo possibile – risposte su più fronti. Risposte responsabili che segneranno il futuro della società tedesca.