Israele ha un nuovo governo,
intesa tra Gantz e Netanyahu

rassegna“Diciotto mesi da Primo ministro d’Israele per Benjamin Netanyahu, diciotto mesi per Benny Gantz. È la rotazione della premiership sancita nell’accordo trovato tra i due leader ieri sera, che porterà alla formazione di un “governo di emergenza nazionale”. Dopo tre elezioni in un anno, Israele pone fine a una lunga crisi politica e si dà un esecutivo per superare la crisi sanitaria ed economica in corso. “Lo Stato ebraico, e il presidente Reuven Rivlin, tirano un sospiro di sollievo. Senza intesa si andava dritti alle quarte elezioni anticipate, il 4 agosto”, scrive La Stampa, evidenziando alcune elementi dell’accordo tra i leader del Likud e di Kachol Lavan: Netanyahu sarà premier per i primi 18 mesi, Gantz sarà ministro della Difesa; il suo secondo Gabi Ashkenazi andrà agli Esteri; Avi Nissenkorn (Kachol Lavan) alla Giustizia; presidente della Knesset sarà un uomo di Netanyahu, Yariv Levin. “Netanyahu – aggiunge La Stampa – ha incassato la possibilità per il primo ministro in carica, cioè lui, di porre il veto alla nomine del Procuratore generale e del Procuratore di Stato. Una forma limitata di ‘salvacondotto’ giudiziario, mentre dal 24 maggio dovrà affrontare il processo per corruzione”. Corriere, Repubblica e Giornale, nel parlare dell’intesa, pongono l’accento sulle proteste contro la scelta di Gantz di trovare un’intesa con Netanyahu andate in scena domenica a Tel Aviv: proteste distanziate in piazza Rabin con la partecipazione di duemila persone. “La strategia di Gantz dopo le elezioni del 2 marzo (le terze) è stata una sorpresa. – scrive il Corriere – Per gli israeliani che lo hanno votato in questo anno ininterrotto di campagna elettorale (e ai quali prometteva di non allearsi mai con il leader della destra incriminato), per i suoi ormai ex alleati nella coalizione” di Kachol Lavan. Al di là di questo, ora il nuovo esecutivo dovrà confrontarsi con la crisi e una disoccupazione schizzata al 28%: “il governo ha già approvato una serie di misure per la riapertura parziale dell’economia, portando la forza lavoro nel settore privato al 30 per cento dal 15. – riporta il Giornale – Le nuove norme saranno in vigore fino al 3 maggio. Potranno aprire tutti i negozi in spazi aperti, al contrario di centri commerciali o mercati. Sono ammessi solo due clienti per volta, uno per cassiere o quattro se il negozio è più grande di 100 metri quadrati”.

Italia, cala il numero dei positivi al Covid-19. Per la prima volta dall’inizio dell’epidemia la Protezione civile riferisce di un numero con il segno meno che, scrive il Corriere, “è molto incoraggiante: è quello degli attuali malati, scesi di 20 unità”. La previsione sui quotidiani è che già da oggi in due regioni, Umbria e Basilicata, si arrivi a un bilancio di zero infezioni mentre per la Lombardia bisognerà aspettare almeno giugno. “Una riapertura caotica, l’incapacità di circoscrivere una ripresa delle infezioni, la disattenzione nel mantenere l’isolamento fra i malati che si curano a casa, lo scoppio di un nuovo focolaio restano tutte incognite”, avverte però Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr a Pavia (Repubblica). “Si riapre solo quando possiamo farlo in sicurezza”, il monito del Premier Conte, che vede come data della ripartenza il 4 maggio senza possibili deroghe (con aperture parziali dal 27 aprile). Tante le preoccupazioni sul tavolo per il piano riapertura, tra queste scrive Repubblica, due tolgono il sonno all’esecutivo e alla task force guidata da Colao: “a chi affidare i figli dei lavoratori e come garantire il distanziamento sociale nei trasporti”.

Solidarietà al direttore di Repubblica. “Desidero esprimere al direttore Carlo Verdelli la mia piena solidarietà e vicinanza per le minacce di cui continua ad essere vittima e che hanno portato all’adozione di misure straordinarie per tutelare l’incolumità della sua persona. Le intimidazioni nei confronti dei giornalisti costituiscono uno dei fatti più gravi e avvilenti in assoluto”, è il messaggio di solidarietà espresso dalla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in una lettera pubblicata oggi da Repubblica. Parole di vicinanza al direttore del quotidiano Verdelli, da tempo oggetto di minacce da parte di estremisti di destra (Repubblica). “Chi minaccia un giornalista minaccia un’intera società e mette in pericolo le conquiste faticosamente raggiunte 75 anni fa con la fine di una spietata dittatura e l’inizio di una nuova fase che ha avuto e continua ad avere nella libertà di stampa uno dei suoi cardini essenziali”, ricorda Di Segni.

Il virus antisemita. “Dall’inizio di marzo abbiamo ricevuto allarmanti informazioni sulle accuse agli ebrei, sia come individui che come collettività, di aver causato e diffuso il virus”. Le parole preoccupate di Moshe Kantor, presidente del Congresso ebraico europeo, presentando i risultati dell’indagine sull’antisemitismo del Centro che porta il suo nome (Centro ricerche Kantor dell’Università di Tel Aviv). Dall’indagine risulta, come scrive oggi il Fatto Quotidiano, che nel 2019 rispetto all’anno precedente nel mondo “sono aumentati del 18% gli attacchi violenti contro i membri della comunità ebraica”. Intanto in Italia, denuncia su Repubblica Paolo Berizzi, gli estremisti di destra usano il coronavirus per istigare alla violenza tramite i social network e attaccare il 25 aprile. A proposito di violenza, su La Stampa l’arabista francese Gilles Kepel mette in guardia dal rischio che il jihadismo sfrutti le crepe create dalla crisi per rialzare la testa. Sempre sul quotidiano torinese, Bernard-Henry Lévy denuncia chi usa il virus per fare prediche alla società e parlare di punizioni divine.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked