Varsavia, i cafè del Ghetto

Lotoro officialIl 22 luglio 1942 arrivò da Berlino l’ordine di trasferire la popolazione del Ghetto di Varsavia a Treblinka; appresa la notizia, il presidente dello Judenrat Adam Czerniaków si tolse la vita, il 19 aprile 1943 il comandante tedesco Jürgen Stroop diede inizio al rastrellamento del Ghetto.
Le operazioni furono rese estremamente difficili dalla strenua difesa armata delle organizzazioni ebraiche di combattimento, difesa che segnò un momento epocale della Resistenza ebraica polacca nonché uno smacco alla poderosa macchina bellica tedesca; le Waffen–SS riuscirono a piegare la Resistenza, il 16 maggio 1943 le unità tedesche trasferirono 30.000 residenti del Ghetto presso i Campi di sterminio, usarono lanciafiamme e gas asfissianti, inondarono le fognature, distrussero l’abitato e fecero saltare la Wielka Synagoga, 56.000 ebrei caddero durante la rivolta, migliaia di superstiti furono trasferiti a Treblinka, meno di un centinaio dei 750 ebrei combattenti sopravvissero.
Il Ghetto di Varsavia vantava una poderosa attività musicale, coreutica, concertistica e teatrale e dal 1940 sino ad aprile 1942 dispose di un’orchestra sinfonica diretta da Marian Neuteich, Adam Furmanski, Szymon Pullman e Israel Hamerman; il Ghetto beneficiava altresì di cinque teatri con allestimenti in lingua yiddish e polacca, ensemble cameristici e corali.
I Cafè del Ghetto furono l’ultima spiaggia per il mantenimento di una attività concertistica e fungevano da oasi di libera circolazione di pensieri e linguaggi musicali; ovviamente tenendo alto il livello di sicurezza e guardandosi bene da eventuali spie tedesche nonché dall’allestire manifestazioni culturali palesemente ostili all’autorità occupante.
Presso il Cafè Lira fu costituito un Consiglio di musicisti con lo scopo di contrastare le invasive politiche culturali pangermaniche e organizzare concerti clandestini in appartamenti privati; il compositore Edward Bury organizzò recitals partecipando come pianista e direttore d’orchestra.
Concerti di musica classica e contemporanea si tennero presso il Cafè Dom Sztuki, ivi Bolesław Woytowicz allestì recitals di musiche proprie e di compositori polacchi rimasti disoccupati quali Grażyna Bacewicz, Roman Palester, Stefan Kisielewski; nei Cafè si commissionavano i canti per la Resistenza (Witold Lutosławski e Andrzej Panufnik ne furono gli autori), si promuovevano criteri di educazione musicale per la popolazione del Ghetto e si sostenevano finanziariamente i musicisti che avevano esigenze di nascondersi dalla guarnigione tedesca.
Tuttavia i Cafè rischiavano la chiusura e ben peggiori ritorsioni qualora contravvenissero alle regole della censura tedesca; la Wermacht li passava continuamente al setaccio controllandone capillarmente l’attività di intrattenimento allo scopo di esercitare pressioni e intimidazioni o contrastarne attività politiche clandestine che si svolgevano nei sottosuoli dei Cafè.
Ciò accadde tra l’altro al Café Zachęta e al Cafè Arkadia allorché l’autorità tedesca arrestò clienti e dipendenti del Cafè giustiziandone alcuni e trasferendone altri presso diversi Lager; il direttore d’orchestra e pianista Henryk Gadomski, nonostante non fosse coinvolto nell’attività clandestina del Cafè Arkadia, fu egualmente arrestato e trasferito il 6 gennaio 1941 ad Auschwitz.
Il direttore d’orchestra e compositore di musica da ballo Mieczysław Kagan fu ucciso a Varsavia nel maggio 1943 durante l’interrogatorio presso il quartier generale della Gestapo in Szucha Avenue; suo fratello Jakub, pianista del Cafè Splendid e del teatro Melody Palace presso il Ghetto di Varsavia, fu ucciso dai militari tedeschi nel 1942.
Il compositore e direttore d’orchestra Marian Neuteich, trasferito presso il Ghetto, assunse l’incarico di direttore dell’orchestra del teatro Melody Palace e inoltre fu membro di un quartetto d’archi; nel 1943 fu trasferito presso il Campo di lavoro coatto di Trawniki e ucciso.
Il violinista e compositore ebreo polacco Artur GoldIl pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra Artur Gold (nella foto) era considerato tra i più importanti autori polacchi di musica popolare e operetta; nel Ghetto costituì un’orchestra con la quale si esibì frequentemente presso il Cafè Nowoczesna, nel 1942 fu trasferito a Treblinka.
Il compositore ebreo polacco Boruch Kataszek dirigeva l’orchestra della polizia dello Judenrat sino a quando, iniziate le deportazioni verso Bełżec e Treblinka riparò a Leopoli; riconosciuto da un ufficiale SS e arrestato, fu trasferito presso la prigione Pawiak di Varsavia e ucciso nel maggio 1943.
Władysław Szpilman si esibì come pianista presso ristoranti e Cafè del Ghetto quali il Nowoczesna e il Sztuka esibendosi con il violinista Zygmunt Lederman e in duo pianistico con Andrzej Goldfeder, nel 1940 scrisse il Concertino per pianoforte e orchestra; nel 1942 scampò alla deportazione presso i Campi di sterminio; dopo la liquidazione del Ghetto nel maggio 1943 si nascose presso la cosiddetta parte ariana della capitale polacca grazie all’aiuto di amici della Polskie Radio, nel novembre 1944 fu aiutato dal capitano della Wermacht Wilm Hosenfeld che lo sorprese presso un edificio della Niepodległości Avenue e gli chiese di suonare su un pianoforte.
Per oltre tre anni, dal 1940 alla primavera del 1943, la Storia contemporanea del popolo ebraico passò da Varsavia, coincise con il suo dramma, ne condivise lotta e insorgenza contro il nemico; l’eroismo del Ghetto di Varsavia infiammò le comunità ebraiche dei Paesi Baltici, movimenti di resistenza armata sorsero ovunque, inni e canti divennero colonna sonora di una lotta tanto impari sul piano militare quanto impressionante nelle energie messe in gioco dalla popolazione ebraica.
Se il nemico è più forte di te, hai una ragione in più per combatterlo; questa è una delle grandi lezioni di vita che la resistenza del Ghetto di Varsavia ci ha consegnato.
I musicisti polacchi, ebrei e non, furono in prima linea; ci fu chi combatté con le armi e chi suonò la propria musica nei Cafè del Ghetto, la loro musica ci è arrivata pressoché intatta.
Oggi suoniamo la loro musica; nessuno li ha sconfitti.

Francesco Lotoro