Setirot – I nomi
Certamente non sono il primo né il solo a pensare con grande emozione alle vite e alle storie che stanno dietro ai mostruosi numeri che ogni giorno ci precipitiamo a rincorrere tentando di farci una idea sull’andamento mortifero del CoronaTime. Quei numeri sono e devono tornare, però, a essere suoni di vita seppur spezzata, poiché “ogni uomo ha un nome, glielo hanno dato Dio, suo padre e sua madre”. Come ci insegnano ogni anno, eccetto questo disperato 5780-2020, le sinagoghe nel giorno di Yom haShoah, lunedì scorso, ascoltando risuonare, appunto, i nomi di chi fu deportato e non tornò. Ecco, forse qualcosa di simile si potrebbe/dovrebbe celebrare nei comuni grandi e piccoli d’Italia, in ogni nostra città, in ogni borgo. Dopo, quando tutto sarà finito. Perché finirà.
Stefano Jesurum
(23 aprile 2020)