“25 Aprile, festa della consapevolezza”
Il 25 Aprile è la festa che celebra la Liberazione degli italiani dal nazifascismo. Non è né potrà mai essere altro da questo. A ricordarlo, in una riflessione diffusa alla vigilia della festa, è la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. È doveroso, sottolinea Di Segni nel suo messaggio, “far comprendere ai nostri figli che quello è stato un giorno sognato per anni e che all’indomani del 25 Aprile si è ricominciato a sognare”. Ma è anche un giorno di responsabilità concreta e morale, anche “nel riconoscere le colpe e il concorso alla causa della guerra e alle deportazioni, ai processi mai celebrati, ai fascisti mai sgombrati” e di un agire preciso “affinché nulla del passato possa risorgere e ripresentarsi come norma e consuetudine della nostra realtà istituzionale, italiana ed europea”.
Impegno e testimonianza, nel segno del significativo contributo ebraico alla Liberazione. Con migliaia di correligionari che scelsero la lotta partigiana e con l’eroismo dei volontari della Brigata Ebraica accorsi dall’allora Palestina mandataria, il futuro Stato di Israele, per sconfiggere un regime spietato. A tutti loro sarà dedicato uno speciale, sul canale social UCEI, in onda domenica mattina alle 10.30 con gli interventi dello storico Samuele Rocca, del saggista Romano Rossi, del rabbino capo di Ferrara rav Luciano Meir Caro e dell’addetto per la Difesa dell’ambasciata israeliana Dror Altman. “Il 25 Aprile è una data fondamentale, oggi più mai dobbiamo celebrarla uniti. E chi contesta la Brigata Ebraica – rifletteva Piero Cividalli, in una intervista uscita ieri su Repubblica, è perché non ne conosce la storia”.
Molto attivo il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, che sul proprio sito appena rinnovato ha predisposto alcuni contenuti per mantenere vivo il significato della festa anche a distanza, anche in questo momento di isolamento fisico che rende impossibile l’aggregazione. Nella sezione bookshop, liberamente scaricabili, due brevi storie di resistenti ebrei “diverse e paradigmatiche delle possibili strade che i giovani perseguitati dal fascismo e dal nazismo potevano intraprendere”.
Gilberto Coen, studente di Ingegneria chimica dell’Università di Losanna, sceglierà due volte di tornare a combattere nella zona occupata per vendicare i propri cari. Mentre Eugenio Mortara, giovane studente di Chimica industriale del Politecnico di Milano, dal 1935 intraprenderà una strenua attività clandestina contro il regime fascista, in soccorso ai profughi ebrei fuggiti in Italia per sfuggire al nazismo. Si tratta, viene spiegato, di brevi profili biografici che fanno parte di un nuovo progetto di ricerca curato da Liliana Picciotto che la Fondazione ha aperto nel 2019 e che sarà pubblicato a breve nella sezione della Ricerca.
Storie da conoscere, storie da riscoprire. Anche nella loro complessità. Come quella di Anna Maria Enriques Agnoletti, oggi ricordata dal direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera nel suo pilpul settimanale. Una biografia, quella della partigiana bolognese seviziata dagli sgherri di Villa Triste a Firenze e poi fucilata, “esemplare di un’esperienza storica complessiva che ci deve far riflettere”.
Un libro bello e prezioso, uscito ieri, ci può aiutare. Nell’ultimo videopilpul della redazione UCEI il giornalista Gad Lerner presenta Noi partigiani. Memoriale della Resistenza italiana (ed. Feltrinelli), curato assieme a Laura Gnocchi con il sostegno dell’Anpi. Nelle sue pagine si dà voce agli ultimi protagonisti di quei giorni ancora in vita.
“Partigiani, italiani, ebrei”: da Emanuele Artom a Matilde Bassani Finzi, da Franco Cesana a Luciana Nissim. Anche il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, con la collaborazione del Cdec, propone alcune biografie. Questo 25 Aprile, per il suo Presidente Dario Disegni, “deve segnare una grande riscossa morale e civile, che ci faccia riflettere non solo sugli orrori del passato, ma anche sulle profonde ingiustizie e sulle diseguaglianze ancora presenti nella nostra società”. Una riscossa che, anche nel ricordo di quanti caddero allora, “ci faccia uscire dall’attuale crisi in cui è precipitato di colpo l’intero pianeta, più umani, più retti, più solidali e decisi a costruire un mondo più giusto, più equo, più vivibile”.
Molteplici le iniziative in tutta l’Italia ebraica. Il Centro di Cultura della Comunità di Roma ricorda in queste ore l’impegno profuso dagli ebrei italiani attraverso le video testimonianze di due artefici della Liberazione della Capitale: Alberto Terracina e Adolfo Perugia.
(24 aprile 2020)