Un 25 aprile diverso dagli altri
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella con il volto coperto dalla mascherina, solo, che depone la corona di fiori all’Altare della Patria. È l’immagine simbolo di questo 25 aprile diverso dagli altri, raccontato dai quotidiani italiani. Un giorno della Liberazione festeggiato da Roma a Milano nei balconi e con flash mob spontanei. Il Presidente Mattarella ha ricordato come il 25 aprile significhi “ribadire i valori di libertà, giustizia e coesione sociale” e ha poi sottolineato la necessità di mantenere vivi quei valori ancora oggi: “L’Italia ha superato, nel Dopoguerra, ostacoli che sembravano insormontabili. Le energie positive che seppero sprigionarsi in quel momento portarono alla rinascita” (Corriere, La Stampa).
25 aprile, cosa significa. Tante le riflessioni ospitate sui giornali mentre gli appuntamenti dedicati alla Resistenza continuano online: alle 10.30, sul canale social UCEI ad esempio diversi interventi ricorderanno l’eroismo della Brigata Ebraica. Sul Fatto Quotidiano, Furio Colombo ricorda le incancellabili responsabilità del fascismo e punta il dito contro chi cerca di nasconderle. E contro chi cerca di trasformare il 25 aprile in “una cerimonia funebre per tutti i morti”. Non è, ricorda Colombo. È la festa della Liberazione dal fascismo, “che è un reato”. E la guardia, denuncia Repubblica, deve rimanere alta visti i tentativi dei movimenti neofascisti di arruolare nuovi adepti. “L’estremismo di destra si sta spostando su posizioni ancora più dure. – denuncia il vicequestore Stefano Chirico, dell’Osservatorio interforze per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) istituito al Viminale – Negli ultimi anni non abbiamo più tanto e soltanto i neofascisti. Ma abbiamo i neonazisti. Un fenomeno dovuto alla diffusione dell’odio online, dove i simboli del Reich sono più attrattivi rispetto a quelli del fascismo. C’è una riscoperta dell’uso delle rune, non in chiave spirituale o esoterica ma nazista”.
Conte e l’Italia dopo il 4 maggio. Più spostamenti ma serve cautela e le scuole riapriranno a settembre, i prezzi delle mascherine saranno calmierati, massimo impegno contro la burocrazia per facilitare l’arrivo degli aiuti finanziari alle aziende. Sono alcuni punti evidenziati dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell’intervista rilasciata a Repubblica. Un’intervista, spiega il quotidiano, avvenuta poco dopo la visita di Conte alle Fosse Ardeatine. Pensando alle vittime di quella strage nazista, il Premier ricorda che: “Chi tiene ai valori di libertà e giustizia non deve avere dubbi, deve festeggiare con il cuore ricolmo di gioia il 25 aprile”. Riguardo all’impegno del governo, Conte invece afferma: “stiamo lavorando, proprio in queste ore, per consentire la ripartenza di buona parte delle imprese, dalla manifattura alle costruzioni per il 4 maggio. Non possiamo protrarre oltre questo lockdown: rischiamo una compromissione troppo pesante del tessuto socio-economico del Paese. Annunceremo questo nuovo piano al più tardi all’inizio della prossima settimana. La condizione per ripartire sarà il rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza, per i luoghi di lavoro, per le costruzioni e per le aziende di trasporto”. Nell’intervista, il Presidente del Consiglio rivendica nuovamente come un successo politico l’esito del Consiglio europeo sul Recovery Fund mentre nega – a domanda sulle tendenze della parte Cinque Stelle dell’esecutivo – che in politica estera ci sia stato un avvicinamento dell’Italia a Russia e Cina.
Il piano riaperture. Da negozi aperti alla distanza di due metri per gli anziani fino alla possibilità di celebrare i funerali. Tanti i temi allo studio del governo per preparare la riapertura progressiva dell’Italia dal 4 maggio. A descrivere in modo dettagliato alcuni elementi della fase 2, il Corriere. Tra le altre cose, il quotidiano spiega che “sarà possibile andare a trovare i propri familiari senza doversi giustificare e anche incontrare uno o due amici mantenendo le distanze oppure indossando le mascherine. Consentito spostarsi all’interno della Regione e non è escluso che dopo un paio di settimane al massimo, se non torneranno a salire i dati relativi ai malati, ci possa essere anche il permesso di andare nelle regioni limitrofe”.
Perché raccontiamo, secondo Keret. “Raccontare vuol dire fare ordine nel caos del mondo. Dare un senso a fatti irrazionali e incomprensibili. Uscire da sé e creare una rete di relazioni”. È quanto afferma Etgar Keret in un’ampio colloquio con Wlodek Goldkorn (l’Espresso), in cui lo scrittore israeliano spiega il valore del racconto e riflette sulla condizione di emergenza che stiamo vivendo.
Segnalibro. “Il libro ha cambiato le cose concretamente, è stata la leva che ho usato per ottenere la custodia di mio figlio e mi ha aperto molte porte, sia dal punto di vista finanziario che emotivo. Siamo rinati insieme”, lo afferma in un’intervista al Messaggero Deborah Feldman, autrice di Unorthodox, l’autobiografia diventata una celebre serie su Netflix e in cui racconta le difficoltà di uscire dal movimento hassidico Satmar.
Daniel Reichel