Setirot – Una sfida immane

Giuro che non capisco. O forse si tratta della difesa messa in atto dall’inconscio più profondo, una sorta di scotomizzazione delle capacità intellettive. Entriamo nella fase 2 della pandemia di Covid19 feriti, sconfitti, amputati dei nostri affetti e delle nostre certezze. Una fase 2 piena di incognite, di tranelli, di dubbi. Al di là delle indicazioni fornite dalla scienza e dalla medicina – indicazioni, com’è ovvio che sia, tra loro a volte discordanti -, al di là delle decisioni politiche che saranno giudicate dopo, a peste più o meno finita, il nostro destino è affidato a noi, alle scelte individuali. Il domani è nelle nostre mani. Persino chi ha fede sa che fin dall’inizio dei tempi Dio (o chi per Lui) lasciò a Eva e Adamo il potere di stabilire il futuro della propria esistenza. E da quel giorno l’esercizio si è ripetuto milioni di volte – dal diluvio universale alle guerre di ieri e di oggi, da Auschwitz al lento e inesorabile sfaldamento dell’ecosistema. Il 4 maggio, domani, con ogni probabilità faremo i conti con una seconda ondata epidemica. Dalle cui dimensioni dipenderà la vittoria o la sconfitta sia della Sanità che del tessuto economico, milioni di individui, la vita del paese. Stiamo parlando di donne e uomini, vecchi e bambini. Stiamo parlando di noi. Eppure risuona il rumore spaccatimpani della polemica che guarda ai sondaggi, l’urlo tipico della psicopatologia autodistruttiva, il farraginoso prendere tempo nonostante il gong abbia già suonato.
Sta a noi, a ognuno di noi, decidere la sorte propria e del prossimo. Lacrime e sangue sì, però risparmiandoci almeno la malafede che sprizza dalle parole di precise forze politiche della destra sovranista o di una fetta davvero esigua del centro-sinistra, e talvolta da alcune aree corporative del mondo economico. Tanto per essere chiari: il presidente Conte può piacere o no, ma il governo sta affrontando (con limiti ed errori) alla meno peggio una sfida immane. Domani, quando ce l’avremo fatta – perché ce la faremo – i confronti, le valutazioni, le critiche, saranno utili e preziosi. Adesso usiamo con intelligenza e cuore l’immenso dono che l’Onnipotente (o chi per Lui) ci ha dato: la responsabilità individuale.

Stefano Jesurum