Nuove frontiere mediatiche

In queste settimane di lockdown le istituzioni ebraiche si cimentano con successo attraverso i collegamenti nella rete. In prima fila c’è l’UCEI che programma un palinsesto quotidiano che tiene incollate centinaia e centinaia di utenti sulla propria pagina Facebook. Sin dalle prime ore della mattina con le lezioni sulle diciotto benedizioni e la rassegna stampa, fino a sera inoltrata con la rubrica Pilpul.
Si tratta di attività protratte nel tempo, gia da due mesi, che si rivelano impegnative e vanno al di là dell’ordinaria programmazione. Siamo curiosi di conoscere la diversificazione della partecipazione, quando saranno rese note le rilevazioni dei numeri degli utenti collegati, del prime time, in modo da dedicare un approfondimento sugli interessi degli stessi sulle diverse tematiche affrontate. Al momento già si può scrivere che, a fronte del successo riscosso, la programmazione futura dovrà offire, anche in tempi fuori dall’emergenza, una serie di attività online che raggiungano chi per diverse ragioni, o perché impossibilitati, si collegano dalle proprie utenze nei social. C’è anche da sottolineare che si sia allargata la fascia di pubblico, solitamente assente soprattutto per ragioni di lavoro.
È indubbio che, vista l’ampiezza di questa frontiera mediatica, le istituzioni ebraiche potrebbero maggiormente investirci anche con la prospettiva di ricavi pubblicitari degli inserzionisti.

Jonatan Della Rocca, giornalista

(3 maggio 2020)