L’Italia riapre

Al via oggi la fase 2 per l’Italia con oltre 4,4 milioni che, dopo settimane di quarantena, possono tornare al proprio posto di lavoro (il 63,4% tornerà in azienda, il 36,6 opererà in smart working). Riaprono fabbriche, laboratori e uffici. “Oggi nel nostro Paese riparte l’attività manifatturiera, il settore delle costruzioni, il commercio all’ingrosso legato ai settori in attività, che vanno da tessile e moda ad automotive e fabbricazione di mobili. Bar e ristoranti potranno riprendere solo con la consegna a domicilio o con l’asporto”, spiega il Corriere che in prima pagina titola “L’ora della responsabilità”, rilanciando le parole del Presidente del Consiglio Conte. Al Corriere Conte afferma “La ripartenza del Paese è nelle nostre mani. Tocca a noi decidere se vogliamo che sia risolutiva e definitiva. Se vogliamo evitare dolorosi passi indietro adesso più che mai servono collaborazione, senso di responsabilità, rispetto delle regole da parte di tutti. Non è una fase meno complessa di quella che si sta chiudendo, ma finora la risposta della popolazione è stata molto efficace e confido continui ad esserlo”.

L’ora di investire. “Chiediamo che si sblocchino tutte le opere pubbliche già finanziate. Inoltre, sia gli incentivi di industria 4.0 e sia i pagamenti dei debiti che lo Stato deve alle imprese devono trasferirsi in liquidità immediata, cioè con una detrazione sulle imposte che si pagano quest’anno”. È quanto chiede dalle pagine del Corriere il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, critico con il governo nella gestione della fase 2. Non basta la “distribuzione di danaro a pioggia”, afferma Bonomi, serve investire nella “ripresa del sistema produttivo” per evitare il collasso sociale (su Repubblica, Chiara Saraceno parla di “Pandemia della povertà”). Si chiede anche meno burocrazia, per le imprese e non solo, come scrive Sergio Rizzo su Repubblica.

Lavoro, sempre più smart working. Circa l’80% dei dipendenti della pubblica amministrazione non tornerà in ufficio oggi ma rimarrà a lavorare da casa in smart working. Una modalità, scrive Repubblica, che sarà sempre più nel nostro futuro. “Adesso tutti dicono ‘non vedo l’ora di tornare in ufficio’, ma lo smart working è sicuramente una modalità che verrà utilizzata molto anche in futuro – conferma a Repubblica Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio -. Sicuramente sarà al centro della fase 2: bisogna seguire tutte le norme dei protocolli, a cominciare dal distanziamento sociale, e quindi pensiamo a una rotazione dei dipendenti, con la metà che rimarrà a casa”.

Come si torna a scuola, dall’Italia a Israele. Bocciata l’idea, almeno per il momento, del rientro a scuola in Italia a settembre con il sistema della didattica mista, metà studenti in classe e metà collegati da casa. Lo annuncia la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, spiegando che si sta lavorando a un’unità speciale per aiutare i presidi dei diversi istituti a trovare una soluzione (Corriere). In Israele, racconta Repubblica, da ieri il governo aveva previsto il rientro in classe graduale, con il rientro degli alunni dalla prima alla terza elementare e degli ultimi due anni del liceo. “Le direttive – spiega il quotidiano – prevedono: classi dimezzate (fino a 17 alunni per classe), uno studente per banco e rispetto dei 2 metri di distanza, intervalli differenziati per evitare il contatto tra le classi, divieto di giocare col pallone a ricreazione, mascherine d’obbligo dai 7 anni (solo negli spazi aperti, non a lezione, non d’obbligo per bambini con bisogni educativi speciali), sanificazione degli spazi a fine giornata. L’accesso alle strutture avviene in maniera contingentata per evitare assembramenti e solo con autocertificazione quotidiana sullo stato di salute (la febbre, misurata a casa, deve essere sotto i 38°); vietato l’ingresso agli accompagnatori”.

Virus, gli Usa contro la Cina. Secondo il segretario di Stato Usa Mike Pompeo “ci sono prove sostanziali che il coronavirus è nato in un laboratorio di Wuhan”. Un’accusa che ha fatto salire ai massimi la tensione con la Cina, scrive Repubblica. Le Le denunce sul ruolo della Cina hanno coinvolto altri governi: dalla Francia all’Australia, e secondo Pompeo l’origine della propagazione del virus sarebbe da ricercare in un “incidente, magari dovuto a negligenza, “in uno dei due laboratori nel capoluogo dello Hubei che fu il focolaio iniziale della pandemia”. A proposito di Cina, ma anche di Russia, in un’intervista a La Stampa il segretario alla Difesa americano Mark Esper mette in guardia il nostro paese: “Pechino e Mosca usano il virus per condizionare l’Italia”. “Purtroppo Russia e Cina stanno entrambe approfittando di una situazione unica per far avanzare i loro interessi. La Russia ha fornito assistenza medica all’Italia, ma poi ha cercato di usarla per seminare la discordia tra Roma e i suoi alleati con una campagna di disinformazione”, afferma Esper mentre “Huawei e il 5G sono un importante esempio di questa attività maligna da parte della Cina. Ciò può danneggiare la nostra alleanza. La dipendenza dai fornitori cinesi di 5G, ad esempio, potrebbe rendere i sistemi cruciali dei nostri partner vulnerabili a interruzione, manipolazione e spionaggio. Questo metterebbe a rischio le nostre capacità di comunicazione e condivisione dell’intelligence”.

Daniel Reichel