Fase due nel segno
della responsabilità

“Un debutto ordinato”. Così il Corriere descrive l’atteggiamento degli italiani nel primo giorno della fase due. “La scoperta più bella – si legge – è stato il senso di responsabilità dei cittadini. Da Nord a Sud. Che non si sono accalcati, hanno portato pazienza e hanno indossato (quasi tutti) le mascherine, sforzandosi di rispettare il più possibile i diktat del governo, dei virologi e delle task force”. Torna intanto d’attualità il tema degli aiuti, sollevato ieri in modo critico dal segretario alla Difesa degli Stati Uniti in una intervista a La Stampa (la richiesta era quella di non dare spazio a cinesi e russi). Il premier Conte, interpellato dal quotidiano, afferma: “L’Italia, nel momento di massima necessità, ha chiesto e ricevuto aiuti da molti Paesi. Tra questi vi sono stati anche la Cina e la Russia. Abbiamo gestito tali aiuti in totale trasparenza sia verso la nostra opinione pubblica sia verso i nostri alleati”. Del tema parla anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, intervistato da Repubblica: “Dialoghiamo con tutti, ma i pilastri della nostra sicurezza sono Nato e Unione europea. E questi rimangono”. 

In un momento difficile della sua vita lo Spallanzani diede una mano a suo padre, medico ed ebreo. Per sdebitarsi, come racconta al Corriere Roma, Massimiliano Fuksas firmerà ora un progetto per l’ospedale capitolino in prima linea nella lotta al Covid-19. “Settant’anni fa lo Spallanzani aiutò mio padre. Oggi – dice Fuksas – sono io che offro il mio aiuto allo Spallanzani”. 

Il Foglio parla dei “sette virtuosi”. E cioè le sette nazioni (tra cui Israele) “che hanno deciso di accelerare la ripresa contando sui buoni successi prima del loro lockdown poi delle loro riaperture”. L’obiettivo comune è “riaprire i collegamenti tra loro, per aiutare il commercio e anche il turismo e per cercare una formula di convivenza e di fiducia per armonizzare le loro politiche e prevenire una seconda ondata”. 

L’Osservatore Romano dedica un articolo all’enigmatico Monsier Chouchani, figura tra le più affascinanti e misteriose dell’ebraismo novecentesco, avallando diverse tesi sulle sue origini: “Ateo miscredente secondo certi testimoni, ma per altri devoto e praticante, ebreo forse sabbatiano se non addirittura cristiano”. 

“Nonno era particolarmente affezionato ai ragazzi: io sono sempre in giro nelle scuole per raccontare la sua testimonianza e quelle pedalate con i documenti nascosti lo avvicinano moltissimo agli eroi. Bartali diventa il loro supereroe, il loro Superman”. Lo racconta alla Gazzetta dello sport la nipote Gioia, nel 20esimo anniversario dalla scomparsa del nonno. Campione sui pedali e dal 2013 anche “Giusto tra le nazioni”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(5 maggio 2020)