L’accelerazione di Conte

Primi tre giorni di ‘fase due’ alle spalle e prima accelerazione in vista per le riaperture. Il premier Conte si sarebbe convinto a rivedere alcune tempistiche per via delle pressioni delle categorie produttive diventate “insostenibili per il governo, già sommerso dalle voci dissonanti che si alzano nella maggioranza e tra i presidenti delle Regioni” (Corriere). Da registrare anche l’attacco del commissario Arcuri a fornitori e farmacie sulle mascherine: “Non le nascondano”. Ieri, scrive La Stampa, sono “volate parole grosse” ma alla fine sono spuntati dieci milioni di pezzi “che a breve dovrebbero porre fine alla caccia al tesoro di questi giorni”. Repubblica segnala l’appello contro le fake news di cento medici impegnati in tutto il mondo contro il Covid-19. Si punta in particolare il dito contro i colossi del web colpevoli, a detta dei promotori, “di non fare abbastanza per frenare lo tsunami di contenuti falsi sul coronavirus”.

Il Corriere Milano parla dell’iniziativa della Fondazione della scuola ebraica, che ha lanciato un concorso sulla pandemia rivolto a tutte le scuole della Lombardia. “Io resto a casa, la mia fantasia no” è il titolo dell’invito a raccontare, attraverso opere d’arte visive, “le giornate di quarantena che hanno cambiato la nostra vita”. In particolare quella dei ragazzi, “con la necessità di stare a casa, l’eliminazione della socialità rappresentata dalla scuola, le lezioni a distanza, i timori, ma anche la creatività che ne è scaturita, le speranze, la riscoperta di relazioni e degli strumenti che ci permettono di coltivarle a distanza”. 

Sul Foglio si lodano le scelte di Israele nella lotta al virus. “Non è prematuro – si legge – affermare che, tra i paesi occidentali e assieme a Nuova Zelanda e Australia, Israele è stato l’unico ad aver contenuto la pandemia. Il tasso di mortalità pro capite in Israele è tra i più bassi dell’Ocse. Il sistema sanitario israeliano non ha mostrato segni di crisi. Israele è stato il primo paese occidentale ad applicare quarantene mirate e restrizioni di viaggio”.
Da questo fine settimana, scrive Il Giornale, “si ricomincia, con preoccupazione e speranza, a vivere: ci si può avventurare sui mezzi pubblici lontano da casa e persino fuori città; il lavoro riprende negli uffici, nei negozi e nelle officine, con numeri chiusi e cautele; si può andare al mare senza fare il bagno, dai nonni, ma senza abbracciarli; in uno spazio aperto 20 persone possono riunirsi”.

Cade oggi il 75esimo anniversario dalla fine della seconda guerra mondiale. Repubblica dedica a questo appuntamento diverse pagine. Ezio Mauro si concentra sulla difficile ripartenza italiana, partendo dalla Conferenza di Parigi e dal difficile compito che attendeva allora De Gasperi: “Tra le rovine del conflitto, il marchio delle leggi razziali e l’impronta della dittatura sconfitta dopo il sopruso dì vent’anni, nessuno poteva pensare che sarebbe stato un percorso di pace, progresso, crescita e soprattutto di costruzione della democrazia”. Alleati, resistenza armata, civile, spontanea: alla fine del nazifascismo, scrive Umberto Gentiloni, “contribuirono strategie e tensioni diverse”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(7 maggio 2020)