Setirot – Un ricordo virtuale

Setirot personale. Da anni, a maggio, uso tornare a Venezia in nome di mio padre Napoleone Yehuda Jesurum z”l. L’11 infatti cade il suo compleanno civile e intorno a questa data gli amici di “Beit Venezia Casa della cultura ebraica” hanno preso la consuetudine di onorarne la memoria dedicandogli uno dei numerosi incontri di cui sono instancabili organizzatori. Il rituale intimo della piccola tribù che m’accompagna era e spero riprenderà a essere sempre il medesimo: mattinata in quella meraviglia di pace e storia che è il cimitero del Lido dove sono sepolte infinite generazioni della nostra famiglia, pranzo in Ghetto con amici antichi e nuovi di papà e miei, conferenza, pensieri, malinconia, ricordi, felicità. Adesso non si può causa Covid19 però ci aiuta la tecnologia. E così domenica 10 maggio alle 18.30, via Zoom, Francesco Spagnolo ci intratterrà sulle fonti musicali degli ebrei “tedeschi” trascritte e pubblicate a Venezia da Benedetto Marcello nel primo Settecento, sia nell’ambito del paesaggio sonoro del Ghetto veneziano che nelle tradizioni orali delle comunità ashkenazite del nord Italia (le credenziali di accesso vanno richieste, entro e non oltre domenica alle ore 12, a info@beitvenezia.org).
A Leo, come lo chiamavano sia a Venezia che a Milano, piacerebbe moltissimo: adorava la musica e la cantillazione sinagogale, e a differenza di me non aveva mai conosciuto Spagnolo, docente di musicologia e studi ebraici a Berkeley nonché curatore della Magnes Collection of Jewish Art and Life.

Stefano Jesurum