Sorgente di vita
Dall’isolamento al ritorno a casa
Sorgente di vita torna domenica 10 maggio con una puntata tutta nuova dedicata ai temi della pandemia: come tanti altri programmi della Rai la rubrica ha subito una forzata sospensione della produzione, delle troupe e dei montaggi, e in marzo e aprile sono andate in onda tre repliche. In questa puntata, ma sarà così anche per le prossime, dovendo ancora rispettare le molte limitazioni della Fase 2 dopo l’emergenza, anche la squadra dei redattori Rai e UCEI ha lavorato in smart working, superando le difficoltà del lavoro a distanza, inconsueto in una redazione, dove il confronto, lo scambio, il dialogo di persona intorno a un tavolo rappresentano il valore aggiunto per coltivare idee, riflessioni, spunti. Uno sforzo che ha portato a sperimentare tecniche diverse, a cercare nuove soluzioni.
Soprattutto le interviste sono state realizzate con nuove modalità: le troupe tradizionali – operatore, fonico, regista, insieme al redattore UCEI – hanno raggiunto l’interlocutore in luoghi aperti, rispettando le distanze, con mascherine e guanti, seguendo tutte le precauzioni richieste. Le altre interviste sono state registrate “da remoto”, usando le piattaforme di comunicazione virtuale. Una modalità fino a poco tempo fa utilizzata in extremis, soprattutto dai programmi di informazione, per la scarsa qualità audio e video: oggi una scelta obbligata per tutti i programmi televisivi. Ogni intervistato è diventato regista di se stesso, improvvisando inquadrature, luci e registrazioni audio. Come tutto il mondo della comunicazione anche Sorgente di vita si lancia dunque nella sfida dei nuovi linguaggi televisivi, senza nulla togliere alla qualità dei contenuti e alla varietà dei temi affrontati, con l’aiuto del prezioso e peculiare repertorio sedimentato in quasi 50 anni di programmazione.
Nel primo servizio una riflessione sul mondo dopo il Covid 19, nel segno di una parola chiave: “Reduce”, colui che ha vissuto sulla propria pelle la fine di un mondo ed è sopravvissuto. Uno scenario fino a pochi mesi fa inimmaginabile, a cui Wlodek Goldkorn dedica una riflessione che si intreccia con il racconto di Nando Tagliacozzo, reduce dalla malattia che, guarito, ripercorre la sua esperienza: dal lungo isolamento al ritorno a casa, alle aspettative per il “dopo”. Il servizio dal titolo “Reduci” è di Lucia Correale e Alessandra Di Marco.
Nel secondo servizio si parla del “tempo sospeso” durante il lockdown: con la lunga e drammatica interruzione della vita quotidiana, la pandemia ha stravolto abitudini, regole sociali e percezione dell’altro. A partire dalla tradizione ebraica, la scrittrice Elena Loewenthal e David Meghnagi, psicoanalista, offrono alcuni spunti di riflessione su grandi temi come la concezione del tempo, la dimensione collettiva, la responsabilità del singolo nei confronti dell’altro. Il pezzo dal titolo “Il tempo sospeso” è di Adriano Leoni e Lia Tagliacozzo.
Segue un servizio sull’arcobaleno che, insieme allo slogan “andrà tutto bene”, è stata un’immagine molto usata in questo periodo di isolamento, esposta nelle corsie degli ospedali, dalle finestre e dai balconi, disegnata dai bambini.
Utilizzato da tempo nella società civile per tante battaglie, l’arcobaleno è un simbolo di pace e di speranza che ha radici bibliche, nella storia dell’arca di Noè e del diluvio universale, a simboleggiare la rinnovata alleanza tra Dio e l’uomo. Ne parlano l’ebraista Massimo Giuliani e lo scrittore Erri De Luca. Il servizio dal titolo “L’arco in cielo” è di Francesco Candilio e Marco Di Porto.
Poi un pezzo da Israele sugli operatori di “Hazalà” un servizio di pronto intervento sanitario. Angeli su due ruote, tutti volontari, ebrei e arabi, senza distinzione di cittadinanza o religione: in tempi di Coronavirus non possono trattare casi di contagio, ma si occupano di tutti gli altri tipi di richieste, dal primo soccorso all’assistenza alle persone bloccate in casa dalla quarantena. Dalle loro voci, storie di quotidiana umanità. Il servizio dal titolo “Angeli su due ruote” è di Carlo Paris, corrispondente Rai da Gerusalemme.
Infine un servizio sull’Ungheria con brani di un’intervista del 2017 alla filosofa ebrea ungherese Agnes Heller, scomparsa lo scorso anno. “In Ungheria c’è una tirannide, perché Orbán è un tiranno”, descriveva allora con parole profetiche il primo ministro Victor Orban. Il 30 marzo scorso infatti il parlamento di Budapest ha approvato la ‘Legge di autorizzazione’ che assicura al primo ministro pieni poteri senza limiti di tempo. Ufficialmente, una misura per contrastare l’epidemia di coronavirus. Nella realtà, un nuovo passo avanti nella costruzione della democrazia illiberale del premier ungherese. Il pezzo dal titolo “Virus e libertà” è di Adriano Leoni e Daniele Toscano.
Sorgente di vita va in onda domenica 10 maggio su RAI 2 alle 8:30 del mattino. La puntata verrà replicata martedì 12 maggio alle 2:10 e domenica 17 maggio all’ 1:00.
I servizi si possono rivedere sul sito.
p.d.s.
(8 maggio 2020)