La chippà che offende

È sempre più comune in Israele l’immagine del criminale che appena condannato o già durante il processo comincia a portare la chippà. È successo ancora questa settimana, un processo concluso con una condanna gravissima per reati odiosi. Gli articoli riportano l’immagine del colpevole il quale ostenta una chippà in testa (non sembra che la avesse prima del reato, ma se anche fosse, avrebbe fatto meglio a toglierla).
L’ebraismo insegna, in modo perfino estremo, che tutti hanno l’opportunità di fare teshuvà, ossia di pentirsi e ritornare sulla retta via. Persone che sono state malvagie per tutta la vita, i nemici più tremendi del popolo ebraico, non vi è categoria che venga esclusa dalla possibilità di cambiarsi in meglio, perfino in extremis: “Tu riduci l’uomo fino alla polvere e gli dici: Tornate, uomini!” (Salmi 90:3, che il Talmud Yerushalmì in Chaghigà 2:1 interpreta: anche nel caso più disperato, anche in punto di morte).
Ma per fare teshuvà occorre un percorso interiore ed esteriore lungo, profondo, che include la richiesta di perdono alla vittima (o al Signore, a seconda della trasgressione) e l’accettazione della pena, oltre che l’impegno a non ricadere nella stessa colpa. Niente di tutto ciò succede in chi ostenta la chippà per pura convenienza, nel mentre ancora continua a inveire contro la sua vittima, aggiungendo colpa al peccato nel tentativo di vedersi ridurre la pena. Egli cerca di farsi passare per ba’àl teshuvà – per persona che cioè ha già compiuto tutto il percorso di cambiamento profondo della propria personalità e che vive nell’autentico rimorso di quanto ha fatto – spesso con la complicità di qualcuno che è contento di vedere aumentare le teste coperte da una chippà in una logica di schieramento buoni/cattivi senza altre considerazioni, dove i primi sono i religiosi e i secondi no. Da credente, invece, quella chippà è un’offesa, un’usurpazione. L’istanza deve piuttosto essere: “Toglitela! Sii una persona degna se ne sei capace e poi casomai azzardati a rimetterla”.

Rav Michael Ascoli, rabbino

(13 maggio 2020)

12:48
firma: Michael Ascoli