Odio social contro Silvia Romano,
la procura apre un’inchiesta

Arrivano fino a Bruxelles le parole di un portavoce di Al Shabaab, intervistato da Repubblica, che al quotidiano ha dichiarato che i soldi versati per il riscatto di Silvia Romano andranno a finanziare altre operazioni terroristiche. “È sicuramente un problema”, il commento dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la sicurezza Josep Borrell. “Ulteriori elementi per ricostruire la dinamica del rilascio – spiega Repubblica – dovrebbero arrivare da altri due passaggi investigativi cruciali: un nuovo interrogatorio di Silvia, in calendario entro la fine del mese, la rogatoria che sarà inviata alle autorità somale”. 
Il capo del pool antiterrorismo della procura di Milano ha intanto aperto un’inchiesta per minacce aggravate contro la giovane, vittima in queste ore di molti attacchi. Ne scrive tra gli altri La Stampa: “Le accuse a Silvia, sui social, arrivano da ogni parte. Ci sono decine di politici, giornalisti, carabinieri, poliziotti e anche qualche magistrato che hanno scritto contro di lei. C’è pure Vittorio Sgarbi, secondo il quale la 24enne ‘va arrestata’ per ‘concorso esterno in associazione terroristica’. E Nico Basso, un consigliere comunale di Asolo, a Treviso, capogruppo della civica ‘Verso il futuro’, ed ex assessore leghista, che sotto la foto della giovane ha scritto ‘impiccatela’, per poi cancellare un post, su cui, in pochi minuti, si sono moltiplicati commenti violenti e carichi di odio”. Molti, si legge, “provengono da ambienti xenofobi e razzisti, vicini a Forza Nuova e all’estrema destra, ma anche al mondo ultras”.
Della conversione della cooperante milanese all’Islam scrive, su Repubblica, Daniele Mastrogiacomo. Ospite ieri del nostro videopilpul serale, Mastrogiacomo ricorda le due terribili settimane in cui fu ostaggio dei talebani e il tentativo esercitato dai suoi rapitori per fargli cambiare religione. “Posso capire Silvia Romano, ho vissuto anch’io quell’esperienza. Restare prigioniera di un gruppo di jihadisti, isolata dal mondo per 18 mesi, avvolta dal vuoto, dall’idea che possono ucciderti da un momento all’altro, è più di un incubo. È l’attesa costante di una sentenza che non arriva mai. Quella – sottolinea – che decide il tuo destino”. 

Pio XII e i silenzi sulla Shoah: ne scrive Andrea Riccardi, sul Corriere, riallacciandosi ad alcune recenti valutazioni espresse da un gruppo di storici dell’Università di Munster che hanno avuto accesso all’ex archivio segreto vaticano. “L’espressione – sostiene lo storico della Chiesa – esprime la scelta del papa nella guerra mondiale, un terreno poco vivibile per un cattolicesimo diviso tra Paesi in conflitto. Le notizie affluivano in Vaticano, seppure non sempre facilmente verificabili. Non si può affermare che il papa non sapesse dei massacri degli ebrei, come talvolta hanno fatto gli apologeti. Così non si può nemmeno dire oggi che sia una scoperta trovare tra le carte vaticane documenti sulle stragi degli ebrei”. 

Su Avvenire si parla del comportamento irresponsabile di alcune centinaia di Haredim che, in occasione di Lag Ba Omer, hanno violato i dispositivi del governo israeliano per evitare ogni forma di assembramento. E questo nonostante le raccomandazioni del ministro dell’Interno. “Le tensioni – si legge – si inseriscono in un clima reso già difficile dal riacutizzarsi dello scontro con i palestinesi in vista dell’arrivo del segretario di Stato americano Mike Pompeo, che oggi sarà in Israele per discutere il delicato tema delle annessioni in Cisgiordania e nella Valle del Giordano, come previsto dal Piano di Trump”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(13 maggio 2020)