“Didattica a distanza e casa di riposo,
una Comunità sempre presente”

Scuola e casa di riposo. Due assi portanti per la Comunità ebraica di Torino, che ne ha discusso all’interno di un partecipato incontro in videoconferenza organizzato nelle scorse ore per fare il punto sulle iniziative adottate nella prima fase dell’emergenza sanitaria e su quelle che si andranno ad adottare in futuro.
Un confronto ricco e stimolante, caratterizzato da un tutto esaurito nelle prenotazioni all’appuntamento in streaming. Il segno, riflette il suo presidente Dario Disegni, di una Comunità che anche a distanza è riuscita a rimanere unita, a stringersi attorno ai suoi valori, ai suoi luoghi, alle sue istituzioni. Ma anche dell’apprezzamento che è stato dato alle scelte, molto spesso difficili e complesse, che sono state effettuate dalla leadership comunitaria.
“La casa di riposo – ha sottolineato Disegni in un messaggio rivolto agli iscritti – ha immediatamente chiuso i suoi accessi a tutti i visitatori, compresi i parenti stretti degli ospiti, assumendo le più rigorose misure di sicurezza e programmando peraltro iniziative tendenti a rendere meno tristi le giornate degli anziani, privati del conforto dell’incontro con congiunti e amici. Il risultato è stato che, una volta effettuati i tamponi, tutti gli ospiti sono risultati negativi al Covid 19: un esito eccellente, specie se paragonato a quanto si è purtroppo verificato in altre analoghe strutture della Regione e del Paese. La scuola ha attivato un efficace programma di attività di educazione formale e informale online, che ha consentito agli allievi di proseguire da remoto il percorso di studi senza subire rallentamenti”.
Molte le voci ad intervenire nel corso della videoconferenza. Tra gli altri, per parlare di casa di riposo, la vicepresidente della Comunità Alda Guastalla, la direttrice della struttura Laura Biagiotti, l’animatrice dei servizi per gli anziani Monica Fucetti. Mentre, per parlare di scuola, la Consigliera della Comunità Franca Mortara Nizza, il coordinatore didattico educativo Marco Camerini, gli insegnanti Chiara Cresce, Claudia Reichenbach, Luisa Sacerdote e Maria Elena Ingianni.

Un capitale da non disperdere

Dall’inizio dello scorso mese di marzo la pandemia scatenatasi in tutto il mondo ha sconvolto le nostre vite, creando una situazione assolutamente inimmaginabile.
Anche la Comunità, come ogni altra istituzione, è stata costretta a ripensare radicalmente la propria presenza e la propria attività per cercare di rispondere con nuove modalità alle esigenze degli iscritti, nel momento in cui si è resa necessaria la chiusura delle Scuole, del Beth ha-Keneseth, del Centro Sociale e della biblioteca, degli uffici.
A due mesi da quel momento va riconosciuto che la Comunità è riuscita ad affrontare la crisi in maniera che ha riscosso grande apprezzamento per la sua efficacia.
La Casa di Riposo ha immediatamente chiuso i suoi accessi a tutti i visitatori, compresi i parenti stretti degli ospiti, assumendo le più rigorose misure di sicurezza e programmando peraltro iniziative tendenti a rendere meno tristi le giornate degli anziani, privati del conforto dell’incontro con congiunti e amici. Il risultato è stato che, una volta effettuati i tamponi, tutti gli ospiti sono risultati negativi al Covid 19: un esito eccellente, specie se paragonato a quanto si è purtroppo verificato in altre analoghe strutture della Regione e del Paese.
La Scuola ha attivato un efficace programma di attività di educazione formale e informale online, che ha consentito agli allievi di proseguire da remoto il percorso di studi senza subire rallentamenti.
Uno sforzo enorme è stato poi quello affrontato per gli approvvigionamenti dei viveri kasher le-Pesach, che, grazie all’impegno degli Uffici, ma anche della Giunta e del Rabbino Capo, e grazie alla generosa collaborazione di non pochi volontari, ha permesso di soddisfare, in un contesto difficilissimo, tutte le richieste, garantendo la consegna a domicilio in città e in altre località della Regione dei prodotti acquistati.
Nel campo dell’assistenza si è creato un servizio di ascolto di tutti coloro che versassero in condizioni di bisogno ed è stato realizzato, con il coordinamento dell’apposita Commissione e dell’assistente sociale e con la disponibilità di molti volontari, un contatto telefonico con tutti gli anziani della Comunità, che hanno potuto sentire, in un momento di smarrimento, la vicinanza e il calore dell’istituzione cui appartengono.
In campo culturale un ampio programma online di lezioni dei Rabbanim, di dibattiti e di momenti di approfondimento è stato messo in campo con un’offerta multiforme ed estremamente ricca dall’UCEI e da molte Istituzioni ebraiche, che hanno permesso a tutti gli interessati di fruire e di partecipare a occasioni di studio e di dibattito di una dimensione mai registrata in passato.
Parallelamente all’interno della Comunità si sono sviluppate anche molteplici chat, già esistenti ma che ora hanno ripreso più consistenza e vigore, di iscritti e di gruppi più specifici, di donne, di appartenenti ai movimenti giovanili, di ragazzi delle Scuole, di frequentatori del Beth ha-Keneseth.
Infine, come accennato, un fenomeno che va salutato con grande soddisfazione è quello di un impegno, di rilevanza molto significativa, di tanti volontari, giovani e meno giovani, che hanno risposto all’appello lanciato, sentendo l’imperativo di un coinvolgimento nella gestione della Comunità in una fase tanto critica.
Sono tutti segnali estremamente incoraggianti, per i quali il Consiglio esprime il proprio compiacimento e la propria sentita gratitudine a tutti coloro che hanno prestato la loro collaborazione nelle diverse aree di intervento con grande senso di responsabilità e dedizione.
Ora è tempo di iniziare a progettare un futuro forse meno cupo – almeno ce lo auguriamo – rispetto alla realtà dei mesi appena trascorsi, pur nella convinzione delle gravi difficoltà e dei problemi da affrontare, che ancora per un tempo non breve non ci consentiranno di ritornare alla vita precedente l’insorgere della pandemia.
Sarà quindi essenziale non disperdere il capitale di esperienze e di coinvolgimento realizzato in questo periodo e di riaffermare da parte di tutti un impegno ad adoperarsi, ciascuno secondo le proprie possibilità, a favore della Comunità e del mantenimento e dell’implementazione della gamma di servizi morali e materiali che oggi più che mai è indispensabile fornire, al più elevato livello qualitativo, agli iscritti.

Dario Disegni, presidente Comunità ebraica di Torino

La scuola in tempo di crisi

La carenza di chiare indicazioni ministeriali circa la didattica, il calendario scolastico e la valutazione degli adulti, ha causato un notevole sconcerto tra le famiglie e anche tra i docenti
Per fronteggiare l’emergenza di questa anomala situazione e sostenere le attività didattiche e formative a distanza, i docenti hanno messo a disposizione, in un primo momento, materiali oggetto di studio e di approfondimento, poi lezioni strutturate e spunti interattivi che hanno permesso lo sviluppo consapevole del progetto didattico. Anche se insegnare significa instaurare un rapporto quotidiano fatto di scambi di parole, di sorrisi, di occhiate e di gesti che evidenziano l’appartenenza ad un gruppo, i nostri docenti sono riusciti a ricostruire, attraverso incontri programmati, appuntamenti collettivi ed individuali un tessuto sociale diverso, ma molto costruttivo ed efficace, grazie anche all’attività di coordinamento del dottor Marco Camerini ed della attività di supporto logistico di Myriam Ottolenghi.
Per realizzare questo obiettivo è stato necessaria la collaborazione attiva delle famiglie, soprattutto per gli alunni delle prime classi della scuola elementare, ma questo fattore ha permesso un legame maggiore, di complicità e, talvolta, di attrito tra i ragazzi e le figure genitoriali che hanno colto l’importanza di ricreare una ritualità nella vita dei ragazzi.
L’attività per la scuola dell’infanzia è risultata un po’ più difficoltosa, perché il rapporto educatrice/ bambino è improntato spesso su un rapporto affettivo più concreto e diretto, mentre l’interazione attraverso il video spesso risultava distante e non riusciva a catalizzare l’attenzione dei bambini per tempi lunghi per permettere di sviluppare un’attività manuale o ascoltare la narrazione di una storia. Attualmente i bambini, supportati dalla famiglie, usufruiscono di due contatti “in diretta” al giorno e di invii quotidiani di materiali video e audio.
Come da indicazioni ministeriali, si è posta la dovuta attenzione all’inclusione scolastica e pertanto sono proseguite le attività di sostegno come pure lo sportello psicologico alle famiglie.
La Comunità, in quanto gestore di una scuola paritaria convenzionata, ha condiviso la politica economica concordata con il Comune di Torino e le numerose scuole aderenti alla Fism (federazione italiane scuole materne) per cui sono state rese alle famiglie della scuola materna le quota relativa ai pasti non consumati e alle attività formative non usufruite.
Per fare fronte alle problematiche economiche della Comunità, tutto il personale del comparto scuola è stato messo, per una percentuale, in cassa integrazione, con la clausola che l’ente gestore avrebbe colmato il divario economico.

Franca Mortara Nizza, Consigliera alla Scuola Comunità ebraica di Torino

(17 maggio 2020)

(17 maggio 2020)