Controvento – Longevità a tavola

Mio padre, che arrivò a compiere 100 anni in ottima forma fisica e mentale, sosteneva che il segreto della sua felice longevità fosse la dieta. Mangiava poco e a orari regolari, mai al ristorante. La scienza oggi conferma le sue intuizioni, maturate in un’epoca in cui poca considerazione veniva data a ciò che si mangiava, anche perché, dopo la guerra, l’importante era poter mangiare.
Gli studi di neuroimmunobiologia, che studiano il rapporto tra cervello, corpo e sistema immunitario sono concordi nell’indicare nell’alimentazione un elemento fondamentale non solo per combattere l’obesità e le malattie ad essa collegate, ma anche per equilibrare il sistema immunitario in modo da essere più resistenti a malattie e infezioni e per evitare l’ossidazione delle cellule, spettro della vecchiaia, perché il processo di ossidazione è uno degli elementi più importanti nel deterioramento fisico e mentale.
Ne ha parlato il professor Claudio Franceschi nella seconda puntata di “Pillole per la mente”, online in diretta sul sito brainforum.it e sulle pagine Youtube e Facebook di Brainforum (la si può rivedere sul sito o qui). Il professor Franceschi, uno dei più illustri cattedratici italiani, emerito di biologia all’Università di Bologna, 21° nella lista dei Top Italian Scientists, oltre 800 pubblicazioni sulle più prestigiose riviste internazionali, autore di studi sui centenari che hanno fatto scuola in tutto il mondo, è un convinto assertore dell’importanza della nutrizione, addirittura in fase prenatale: ciò che la mamma mangia può influenzare, positivamente o negativamente, lo sviluppo del cervello del feto, oltre che la sua propensione all’obesità e a malattie metaboliche e mentali. E la nostra età biologica, spesso diversa da quella anagrafica, risente non solo dell’effetto dei cibi che abbiamo consumato nell’arco di tutta la vita, ma anche dei ritmi cosiddetti circadiani, ovvero del nostro orologio biologico interno, che richiede regolarità nei pasti: uno dei peggiori nemici della longevità è l’abitudine, purtroppo figlia della vita contemporanea, di non sederci a tavola a orari fissi, di saltare pasti o consumarli in piedi al bar, di fretta, senza masticare bene e ingollando junk food. Da qui, disturbi digestivi e intestinali, squilibri del sistema immunitario, infiammazioni che si aggravano con il passare degli anni (il cosiddetto inflammaging), malattie metaboliche e tendenza al diabete, che può essere facilitato dall’abuso di zuccheri. La dieta mediterranea, spiega il professor Franceschi, equilibrata, ricca di Omega 3 e di vitamine, basata sull’utilizzo di olio e non di burro, è l’ideale per conservarsi sani fino in tarda età, riducendo l’inflamamging e il rischio di declino delle capacità cognitive -e addirittura facendo regredire l’orologio biologico. E’ fondamentale è anche, invecchiando ridurre le calorie -mio padre infatti prendeva sempre piccole porzioni e non si serviva mai una seconda volta. Se qualcosa lo tentava -uno spaghetto al sugo, un dolce di cioccolato- preferiva assaggiarlo dai nostri piatti, abitudine che noi figli deprecavamo.
E se proprio non si riesce a resistere al piacere di porzioni abbondanti, una soluzione c’è, a prova di frustrazione: il digiuno intermittente, ovvero limitare il consumo di cibo durante 8/10 ore (ognuno può scegliere quelle che gli sono più congeniali) e digiunare durante le 14-16 ore successive. “Il digiuno” spiega il professor Franceschi “non solo è un modo di ridurre le calorie, ma serve anche a stimolare il sistema immunitario. Provoca infatti un piccolo stress nell’organismo, che mette in moto tutta una serie di meccanismi protettivi interni. Questo si ricollega alla teoria dell’ormesi, secondo la quale piccoli stress continuati fanno bene all’organismo, provocando una leggera infiammazione che stimola i meccanismi adattativi.”
“Pillole per la mente” è una serie di conferenze online organizzate da BrainCircleItalia per parlare del rapporto tra cibo e cervello. Abbiamo iniziato l’11 maggio con il professor Telmo Pievani, che ha spiegato come i cambiamenti nell’alimentazione hanno determinato il passaggio da Neanderthal a Sapiens, e continueremo ogni lunedì e giovedì alle 18:30 per raccontare aspetti curiosi e poco scontati dell’alimentazione: perché l’intestino è detto il secondo cervello; come il cervello sceglie il cibo e come nascono i nostri gusti e le nostre avversioni; come si può combattere la propensione alla violenza grazie alla dieta e anche agli integratori alimentari; perché i ritmi circadiani sono importanti anche a tavola e l’importanza del digiuno per il benessere fisico e mentale. Per finire il 4 giugno con una commovente testimonianza del professor Enzo Soresi che ha lottato contro una grave forma di Covid e ha superato la malattia grazie anche all’attenzione che da molti anni porta alla dieta.

Viviana Kasam