Le cose sbiadiscono

L’assimilazione, un’annosa questione per gli ebrei almeno da quando, aperti i ghetti, non sono stati più costretti in un’identità largamente imposta dall’esterno, che non lasciava alternative. Ma in modi diversi il problema si poneva anche prima. Per molti ebrei delle generazioni appena successive allo smantellamento dei ghetti, però, l’assimilazione è stata una scelta. Oggi, nella maggior parte dei casi, non è così. Oggi l’assimilazione non è una scelta, ma uno sbiadimento lento, senza esplosioni. Certo Derek Walcott, poeta caraibico di lingua inglese, non si è mai occupato di ebrei e assimilazione, eppure sono suoi versi a farmi pensare a questa tragica, quotidiana realtà. Da “Mappa del Nuovo Mondo” (Adelphi): Things do not explode, / they fail, they fade, // as sunlight fades from the flesh / as the foam drains quick in the sand // even love’s lightning flash / has no thunderous end, // it dies with the sound / of flowers fading like the flesh […]
Le cose non esplodono: / vengon meno, sbiadiscono, // come il sole sbiadisce dalla carne, / come la schiuma esala nella sabbia, // anche il fulmineo lampo dell’amore / non ha un epilogo tonante, // muore invece con un suono di fiori / che sbiadiscono come fa la carne […]
La poesia si intitola “Endings”, epiloghi.

Giorgio Berruto

(21 maggio 2020)