Emozioni virtuali

L’occasione di festeggiare Yom Yerushalaim attraverso un collegamento via Zoom con tutti i Batei Haknesiot italiani di tutti i riti, sia in Italia che in Israele, è stata la prova generale della possibilità concreta di connetterci e guardare le emozioni sui volti di tutti coloro che erano connessi, mai vista nell’Italia ebraica.
Seicento device erano contemporaneamente connessi su Zoom (in molti casi di coppie). Tanti altri su Facebook hanno reso possibile avvicinarci. Ogni connessione, magistralmente coordinata dai volontari del Tempio Noam dei persiani a Milano sulla loro piattaforma Zoom, ha permesso a tanti di vedere e “sbirciare” dentro le sinagoghe italiane e israeliane spesso poco conosciute. Di sentire le voci e i canti di tanti bambini e di conoscere i volti di rabbanim meno noti, ma che hanno dimostrato in pochi minuti di darci pillole di Torà emozionanti, come quelle dedicate a Yerushalaim.
Un intera collettività ebraica italiana ha gioito per i 53 anni dalla liberazione di Yerushalaim, oggi Capitale unica ed indivisibile dello Stato d’Israele. Ha pianto ascoltando prima il canto di Lechà Dodì, eseguito dentro il Tempio Maggiore di Roma con la voce di rav Alberto Funaro e del tenore e maestro Claudio Di Segni con la musica dell’organo pensando all’appello di Baruch Ben Igal, papà di del soldato Amit z.l. brutalmente assassinato la scorsa settimana durante una operazione contro il terrorismo palestinese, che chiedeva di cantare tale canto nelle nostre tavole lo scorso Shabbat. La voce poi del padre ha strozzato le nostre gole ma ci ha dato un messaggio di speranza, consapevoli che il sacrificio di suo figlio è il duro prezzo che stiamo pagando per la nostra libertà di noi ebrei nella Diaspora e della sopravvivenza dello Stato d’Israele.
Nonostante il Covid ci abbia rinchiusi (e non solo in Italia) nelle nostre case e ci abbia tenuti lontano dai nostri Batei Haknesiot, è stato paradossalmente uno stimolo per avvicinarci – grazie alle nuove tecnologie – e riavvicinarci come mai era potuto accadere prima. L’evento di ieri sera ne è stata la riprova.
Adesso dobbiamo e possiamo fare un passo in più. Le nuove tecnologie posso consentire di avere immagini hd pulite, avere un riscontro di suono, che spesso i tablet e gli smartphone casarecci non riescono a dare. Bisogna realizzare dove è possibile delle sale conferenze con mega schermi in cui queste lezioni e/o momenti conviviali possano essere l’opportunità, ancor più per una piccola o piccolissima Comunità, di essere più vicina al resto dell’Italia ebraica. Una qualità di immagine e di suono che incolli gli spettatori, ma non solo.
Il prossimo appuntamento che sto mettendo in piedi mira a far conoscere attraverso piattaforme come Zoom l’Italia ebraica che non c’è più, a cominciare da quella dell’Italia del Sud di cui magari possiamo far conoscere luoghi dove fare le nostre prossime vacanze e coniugare mare incantevole, kosher food italiano e possibilità di ridare dei minianim, seppur provvisori – nei Batei Haknesiot oggi non più in un uso ma che ci raccontano da dove molti di noi vengono. Il prossimo appuntamento sarà sulla Sicilia ebraica e chissà se per alcuni un incontro virtuale su Zoom non si trasformi in una vacanza, fra famiglie o fra single in questi luoghi, che ci aiuti a conoscerci meglio e da vicino.
Shabbat shalom e Hag Yom Yerushalaim Sameach a tutti. Ancora una volta Yerushalaim, città di ogni tipo di ebreo, unisce Am Israel.

Riccardo Pacifici, Commendatore al Merito della Repubblica Italiana

(22 maggio 2020)