L’architetto Fuksas: “Case e città, tempo di ripensare come viviamo”
La pandemia ha lasciato un segno indelebile sulle città e sull’idea di abitazione. Per garantire ai cittadini sicurezza e allo stesso tempo non abbandonarli all’isolamento è necessario ripensare gli spazi abitativi. È quanto spiega a Pagine Ebraiche Massimiliano Fuksas, architetto di fama internazionale, che nell’ultimo approfondimento Pilpul ha raccontato la sua visione del futuro, segnata dalle parole di Shimon Peres, e la sua convinzione che la crisi di oggi debba essere riconvertita in un’opportunità per rinnovarsi e per tutelare le persone. “Non c’è democrazia senza innovazione e non c’è innovazione senza democrazia”, le parole del Nobel per la pace Peres rimaste impresse nella memoria di Fuksas, in occasione di un incontro tra i due in cui l’ex presidente d’Israele presentò la sua idea di inserire anche l’innovazione nel centro di Tel Aviv che porta il suo nome. “Quella conversazione fu una specie di scossa elettrica. Mi portò a riflettere su come democrazia e innovazione vadano di pari passo”, l’analisi dell’architetto che in questo legame ha spiegato di credere fortemente, e di applicarlo anche nel suo lavoro, nella sua idea di ripensare le case e le città. Nella conversazione con Pagine Ebraiche, l’architetto presenta il suo progetto all’avanguardia per ridisegnare gli spazi in cui viviamo e renderli – come ha scritto lo stesso Fuksas in una lettera inviata al Capo di Stato Mattarella – “più funzionali, contemporanei, innovativi e umani”.
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