Dopo il 24 maggio 1915

Ieri era il 24 maggio: centocinque anni fa, esattamente il 24 maggio 1915, l’Italia entrò nella prima guerra mondiale. Esattamente un mese prima era iniziato il genocidio degli armeni. Fu una guerra terribile, forse ancor più terribile della seconda, che segnò gli anni come uno spartiacque e diede inizio a quei decenni di guerre, violenze, totalitarismi, fino allo sterminio di tanta parte del mondo ebraico d’Europa, che avrebbero caratterizzato, come un unico periodo, la prima metà del XX secolo. Una guerra, la prima guerra mondiale, che cambiò uomini e donne, il loro comportamento, e fin il paesaggio, stravolto dalla guerra di trincea. Oggi, il 24 maggio ci ricorda solo, per lo più, le strofe della Canzone del Piave, e il Piave che mormorava al passaggio dei “primi fanti il 24 maggio”. Una canzone, forse è bene ricordarlo in questi tempi, che divenne inno nazionale solo durante gli anni tra il 1943 e il 1946, per volontà dopo l’8 settembre 1943 della monarchia, e fu poi sostituito, con l’avvento della Repubblica italiana, dall’Inno di Mameli. Per molti di noi il 24 maggio suona ormai solo legato a quei versi e ai fanti che passano sul Piave. Ma fu l’inizio, per il nostro Paese, e in particolare per i suoi ebrei, che marciavano con gli altri lieti di dare il sangue per la patria, di una grande, terribile tragedia,.

Anna Foa, storica