L’anatra senza pane

Dopo due anni al fronte Živago torna in una Mosca nella morsa della fame. In treno incontra un singolare compagno di viaggio, un aristocratico che gli dona un’anatra. Arrivato a casa, organizza una cena con amici e parenti dai quali è stato a lungo lontano.
“La grassa anatra era un lusso inaudito per quei tempi già di fame, ma mancava il pane e questo toglieva senso, in modo addirittura irritante, alla sontuosità del cibo” (Boris L. Pasternàk, Il dottor Živago, Feltrinelli). Questa sera comincia Shavuot, la festa del raccolto, dei cereali e del pane. Il 30 maggio cade l’anniversario dei sessant’anni dalla morte di Pasternàk.

Giorgio Berruto