Fulvia Levi (1930-2020)

Nel 2018 venne scelta dai cronisti giuliani per ricevere il San Giusto d’oro dedicato alla Comunità ebraica triestina nell’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle Leggi razziste. Una figura simbolo, quella di Fulvia Levi, scomparsa nelle scorse ore all’età di 90 anni. Di Trieste, della sua Comunità ebraica, delle ferite che hanno segnato il territorio e l’anima della città.
Aveva otto anni quando fu espulsa da scuola. “Da un giorno all’altro – ha raccontato in una recente intervista – siamo diventati trasparenti”. Aggiungeva poi: “È per me terribile constatare che più vecchia divento e, anziché dimenticare, più ricordo. A volte mi faccio paura da sola. Purtroppo ricordo molto”. Ferite e traumi che ha affrontato anche assieme agli alunni del liceo Petrarca, che ha accompagnato nella realizzazione della mostra ‘Razzismo in cattedra’ che vasta eco ha avuto a Trieste e non solo.
Fulvia ricordava le ingiustizie subite. Ma anche il bene ricevuto. E in particolare il coraggio di Adele Zara, proclamata nel ’96 “Giusta tra le Nazioni”, che al tempo delle persecuzioni aprì la porta della propria casa di Oriago (Venezia) per nascondere lei e i suoi cari.
Insegnante d’inglese per molti anni, si ricorda oggi sul Piccolo, aveva mantenuto un rapporto costante con molti suoi ex allievi. Appassionata di fotografia, si legge ancora sul quotidiano cittadino, ha dedicato larga parte del proprio tempo libero ad incontrare scolaresche “facendole riflettere sulle privazioni e il dolore della Shoah”.
Sia il suo ricordo di benedizione.

(Nell’immagine, di Giovanni Montenero, Fulvia Levi allo storico Caffè San Marco)

(1 giugno 2020)