Oltremare – Normalità

Tutto sembra normale, nella assurda anormalità del 2020. Licei che aprono e poi richiudono per via di contagi che fra ragazzini hanno una potenza di fuoco paragonabile solo a quella ormonale. Ristoranti aperti, con i tavolini fuori che in questa stagione va ancora bene, ma voglio poi vedere quando ci saranno i nostri usuali 35 gradi estivi quanto piacerà a tutti stare fuori senza aria condizionata. Gli israeliani stanno faticosamente imparando a stare in fila, ordinati (relativamente al concetto di ordine che si ha qui in Medio Oriente). Davanti ai negozi sono comparse piccole barricate fatte con parti dell’arredo del negozio stesso, chi sposta al cassa fino all’ingresso, chi un tavolo o una fila di tavolini, chi si ingegna con separé più o meno in tono con le merci in vendita. Siamo tornati a quel mondo antico, che si vedeva ormai solo nelle zone intorno ai mercati di Mahane Yehuda a Gerusalemme e Shuk HaCarmel di Tel Aviv, in cui il venditore stava seduto all’ingresso del negozio, per prendere aria più che attirar clienti. E davanti alla porta, strisce o crocette appiccicate al marciapiede indicano dove aspettare per poter entrare o per avvicinarsi alla mini barricata e chiedere al venditore la merce desiderata. E perfino nei molti casi in cui non ci sono indicazioni orizzontali sul marciapiede, le persone hanno già la tendenza a disporsi in modo da star lontani gli uni dagli altri. Tutto questo è molto edificante, se visto dalla prospettiva del distanziamento sociale. Ma a guardar bene, almeno a Tel Aviv meno della metà delle persone in fila o in giro per la città portano ancora mascherine, nemmeno più come oggetto di design appeso al collo come una sciarpetta o al gomito come una toppa ad una giacca immaginaria. La scusa? Il chamsin, naturalmente. L’ondata di caldo secco fino ai 43 gradi che ci è stata addosso per ben cinque giorni di fila la settimana scorsa. Mascherina e chamsin non vanno d’accordo, è evidente. Ma il chamsin è passato da un pezzo e le mascherine non son ritornate.

Daniela Fubini