Una festa per l’unità

“Siamo tutti chiamati a un impegno comune contro un gravissimo pericolo che ha investito la nostra Italia sul piano della salute, economico e sociale… Le sofferenze provocate dalla malattia non vanno brandite gli uni contro gli altri”. Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella alla vigilia di questo 74esimo anniversario della Repubblica. Un appello all’unità rivolto a tutte le forze del paese per superare insieme la crisi innescata dalla pandemia. Due, spiega il Corriere, i messaggi al centro del discorso politico di Mattarella: il primo, che non si usi l’arma della pandemia per farci reciprocamente la guerra. Il secondo, che non si parli di “democrazia sospesa” se, una tantum, viene chiesto a “tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale” di trovare le ragioni di uno sforzo comune, perché adesso è in gioco un bene indisponibile: “L’unità del Paese”. Mattarella sarà in visita oggi a Codogno, città simbolo dell’emergenza sanitaria (Corriere).

Il tempo di unirsi. L’appello all’unità di Mattarella è ripreso e rilanciato dalla senatrice Liliana Segre, intervistata oggi da La Stampa. “lo rivedo in questo impegno corale del popolo italiano quella ricostruzione che ho visto con i miei occhi subito dopo la guerra, – afferma Segre – quel desiderio di costruire e di ricostruire, due cose diverse che in quel momento andavano fatte insieme. Occorre quindi unirsi per aiutare le nostre istituzioni a fronteggiare un problema di dimensioni terribili, per il quale nessuno possiede soluzioni certe”. “Non tutti forse ne sono all’altezza – aggiunge la senatrice a vita – ma credo che tutti debbano sentire forte il dovere di questa responsabilità”.

Stati Uniti in rivolta. “Farò giustizia per Floyd ma schiererò l’esercito se non cessano le proteste e non si rispetta il coprifuoco”. È quanto afferma il Presidente Usa Donald Trump mentre in tutto il paese, da Minneapolis a New York, continuano le proteste innescate dall’uccisione dell’afroamericano George Floyd da parte di un poliziotti. Sul Corriere si riporta della scelta di molti agenti di inginocchiarsi in segno di solidarietà con i manifestanti ma la rabbia e gli scontri non si placano. A creare ulteriori spaccature, afferma la Stampa, il risultato dell’autopsia della famiglia che ha accertato che Floyd è morto per “asfissia causata da compressione al collo e alla schiena”. L’autopsia ufficiale aveva invece escluso l’asfissia traumatica e lo strangolamento. “Una contraddizione destinata diventare contrapposizione dura nelle piazze dove il bilancio è già pesantissimo” (tre attivisti morti e un agente ferito). Tra i manifestanti inoltre, spiega sempre La Stampa, si sono infiltrati suprematisti bianchi che “cercano di provocare la violenza” e si contrappongono al movimento Antifa, estremo sul versante opposto (il quotidiano torinese ne descrive la natura antirazzista ma violenta). “L’insurrezionalismo bianco c’è sempre stato nella storia degli Usa. Ed è sempre stato antinero e antiebreo. La differenza è che da quattro anni ha un capo politico legittimo. E siede alla Casa Bianca…”, la lettura – in un’ampia intervista rilasciata al Riformista – di Furio Colombo di quanto accade negli States. Sul Fatto Quotidiano Gad Lerner punta il dito contro Trump e il sovranismo e, incautamente, prende a prestito il termine Shoah per definire il razzismo di cui sono vittime gli afroamericani negli Stati Uniti.

Tel Aviv e la tutela delle donne. A Tel Aviv migliaia di donne hanno sfilato insieme contro la violenza domestica che le accomuna: “Siamo le vittime ignote del Covid, è una guerra nella guerra, il governo non difende nessuna”, l’accusa delle manifestanti raccolta e raccontata oggi da La Stampa. Il quotidiano torinese riporta anche la tragica vicenda di Iyad Halaq, disabile palestinese ucciso per errore dalle forze di sicurezza israeliane. “Siamo dispiaciuti per l’incidente in cui Iyad è stato ucciso e condividiamo il dolore della famiglia”, ha affermato il ministro della Difesa Benny Gantz. “Sono sicuro – ha aggiunto – che l’indagine sull’accaduto si concluderà rapidamente e con risultati”. Non è d’accordo la famiglia Halaq: a La Stampa – che sceglie di descrivere l’incidente come un’esecuzione – il cugino di Iyad afferma di non credere nell’indagine e accusa il sistema israeliano di essere viziato da razzismo nei confronti dei palestinesi. Di Israele, ma in relazione all’emergenza sanitaria e alla gestione positiva della crisi da parte del paese, parla l’Osservatore Romano, intervistando Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme.

Ritorno al museo. Riapre oggi il Museo ebraico di Bologna con la sezione permanente e la mostra “Sotto il segno di una nuova stella. La Brigata Ebraica e l’Aliyah Bet 1944-1948”, prorogata sino al 30 settembre (Resto del Carlino Bologna).

L’Italia e un’intesa con il mondo islamico. “Capisco perfettamente l’appello dei cittadini di religione musulmana che hanno una loro specifica ritualità. E sono certo che i sindaci non manchino di sensibilità rispetto a questa esigenza. Così come comprendo che non sia semplice individuare soluzioni durante l’emergenza. Ma credo che, forse, sia arrivato il tempo di trovarle”, così il presidente dell’Anci, Antonio Decaro a Repubblica in riferimento all’appello del mondo islamico affinché si aprano nuove aree nei cimiteri in Italia dedicati ai defunti musulmani. Il quotidiano sottolinea che questo tema fa parte della più ampia questione di trovare il modo per siglare un’Intesa tra Stato e musulmani d’Italia.

Daniel Reichel