Due piazze a confronto
La cerimonia a Codogno con il Capo dello Stato, svoltasi in un clima istituzionale e con un fermo richiamo all’unità del Paese per affrontare in modo consapevole la crisi. E le manifestazioni romane, con l’opposizione di centrodestra prima e poi i gilet arancioni del generale Pappalardo in piazza tra cori sguaiati e ripetute violazioni delle regole sul distanziamento sociale. Due immagini dal 2 Giugno poste in contrapposizione su molti quotidiani. Scrive tra gli altri Massimo Franco (Corriere della sera): “La compostezza e la serietà della ‘piazza’ di Codogno, stretta intorno a Sergio Mattarella, hanno trasmesso l’impressione di un’Italia unita e consapevole del dramma che stiamo vivendo. Quella ‘smascherata’ e chiassosa di Roma ne ha offerta una diversa, perfino opposta”.
Tra i fenomeni più inquietanti di queste giornate quello che Repubblica definisce il “negazionismo” del Covid-19, ritenuto da molti il nuovo volto del populismo. Un fronte trasversale che, viene evidenziato in una inchiesta, vede al suo interno “leghisti, ex 5 Stelle integralisti e no vax”.
Non si placano le tensioni sociali in Usa. “L’omicidio di George Floyd può essere l’evento che rielegge Trump. A meno che non emerga una leadership capace di trasformare la protesta in un movimento politico non violento” sostiene Michael Walzer, l’autorevole politologo, in una intervista con La Stampa. A Walzer viene chiesta l’opinione su una delle immagini simbolo di ieri: Trump in posa con la Bibbia in mano. “Sono sicuro – afferma – che non l’ha mai letta. Alla marcia di Selma, però, c’erano leader religiosi protestanti, cattolici ed ebrei: dove sono oggi? Lasciano che Trump rappresenti la fede?”.
Molte le opinioni su questo tema. Ugo Tramballi, sul Sole 24 Ore, parla di “bisogno di farsi fotografare con la clava del suo dio”. Non è la prima volta che Tramballi attacca Israele anche quando si parla di altro. Lo fa anche stavolta, paragonando l’uso strumentale della religione da parte di Trump all’approccio a questi temi, tra gli altri, del premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Non tutti i Rotoli del Mar Morto provengono dal deserto dove sono stati scoperti, ma anche da altri luoghi. A rivelarlo, segnala il Corriere, uno studio interdisciplinare dell’Università di Tel Aviv condotto sul dna degli animali “la cui pelle è stata usata per scrivere i testi millenari, incluso il più antico testo biblico in ebraico”.
Di Medio Oriente si parla anche con riferimento alle mosse diplomatiche del leader dell’Anp Abu Mazen, che sta cercando di consolidare un rapporto privilegiato con la Cina. Per Repubblica si tratta del tentativo di riempire il vuoto “che si è creato con il progressivo allontanamento degli Stati arabi dalla causa palestinese e soprattutto con la rottura dei rapporti con gli Usa”.
“Un virus spaventoso, di cui non si conoscono vaccini”. Questo è, per Il Foglio, l’antisemitismo. Se ne parla in relazione al documentario recentemente prodotto dalla Pbs “Viral: Antisemitism in Four Mutations”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(3 giugno 2020)