Ticketless – Il Covid
si è fermato a Eboli
Durante il lockdown, la regressione ha colpito gli individui, ma anche la memoria storica ha fatto passi indietro. Si pone adesso una questione settentrionale. Da Milano, non da Reggio Calabria sono partiti i treni del sole. Il Covid s’è fermato a Eboli: la Basilicata, terra del rimorso di Ernesto De Martino e Carlo Levi, non è stata quasi toccata dal virus. Altri ritorni al passato in ordine sparso. Il lombardo-veneto è tornato in guerra con l’Austria: Sebastian Kurz, cancelliere austriaco, è il nuovo Radetzky. Milano ha vissuto nel terrore per un periodo più lungo delle Cinque Giornate. I confini regionali hanno ridisegnato la carta d’Italia, poco è mancato che tornassimo al 1815: una decina di lasciapassare sanitari per l’ignaro viaggiatore che da Torino si fosse messo in cammino per Palermo.
C’è un problema. Come si fa a ripassar la lezione della storia se le biblioteche sono sbarrate. In questi giorni mi sono letto le disposizioni ministeriali. Che cosa penseranno i frugali paesi del nord Europa? Già esterrefatti nel constatare che siamo stati i primi a chiudere le scuole e saremo gli ultimi ad aprirle (siamo a metà giugno, una riapertura dopo l’estate, con le ferie del personale e la vaghezza di decreti attuativi tutti da scrivere, mi sembra utopica). Delle scuole ho già detto qualche settimana fa. E le biblioteche? I libri? In quarantena Carlo Levi ed Ernesto De Martino, i barattoli della Nutella nei supermercati invece si possono toccare. Quei libri, fra le altre cose, ci sarebbero preziosi: aiuterebbero a capire se è stata una pizzica danzata come si deve o la paura del morso della tarantola che hanno tenuto lontano il Coronavirus dalla Basilicata.
Alberto Cavaglion