A Vercelli l’emozione
di uno storico Bar Mitzvah
Era dal 1957 che a Vercelli non ci si dava appuntamento in sinagoga per festeggiare un Bar Mitzvah, la maggiorità religiosa ebraica. È accaduto nuovamente quest’oggi, per la gioia del diretto interessato e di tutti i presenti. A compiere questo passo è stato David Alessandro Avraham Bonato, originario di Trino.
In sinagoga David ha indossato per la prima volta i Tefillin, gli astucci neri che contengono passaggi della Torà e che è fatto obbligo indossare dopo il Bar Mitzvah. Al suo fianco il papà Paolo, la mamma Jill, la presidente della Comunità ebraica e Consigliera UCEI Rossella Bottini Treves, il rabbino di riferimento rav Elia Richetti, il rav Alberto Somekh e il rav Mendy Menachem Kaplan di Milano che negli scorsi mesi, usando le moderne tecnologie, ha seguito a distanza la formazione del giovane.
“Una giornata commovente” sottolinea al termine la presidente Bottini Treves, attenta curatrice della cerimonia in ogni suo dettaglio. A festeggiare con lei anche gli amici giunti da varie località e Comunità ebraiche piemontesi e lombarde. Tra loro anche il vicepresidente UCEI Giulio Disegni e il vicepresidente della Comunità ebraica di Casale Monferrato (nonché Consigliere dell’Unione) Elio Carmi.
La parte più significativa del rito si è svolta quando David è stato chiamato a leggere la porzione settimanale dal rotolo della Torà. L’ha fatto da un Sefer storico, di proprietà della Comunità di Vercelli. Risalente al tredicesimo secolo e di provenienza askenazita, è il più antico conosciuto nella Diaspora.
Rav Richetti ha poi rivolto una benedizione e un discorso ricco di calore a David e a tutti i presenti, offrendo un commento alla lettura svolta e arricchendolo con insegnamenti circa la vita del giovane in un contesto così particolare quale è quello trinese. Anche David ha tenuto una riflessione, prendendo spunto dalla Torà e condividendo le sue emozioni di ragazzo sensibile e maturo.
La cerimonia si è conclusa con un brindisi alla vita attraverso il tradizionale augurio “Lechaim” a David e ai suoi genitori, con l’auspicio che la Comunità ebraica vercellese possa continuare a vivere tanti altri momenti di gioia condivisa.
Trino ebraica, un’antica presenza
David Alessandro Avraham Bonato è membro della Comunità ebraica di Vercelli e abita a Trino, antichissima Comunità piemontese e sezione della Comunità vercellese.
La maggior parte degli ebrei di Trino ha una storia antica. I primi documenti riguardano l’epoca dei Paleologi: cioè dalla metà del XIV secolo alla fine del XV. Anche sotto i Duchi di Mantova la Comunità visse un periodo di tranquillità, che si concluse con l’annessione di Trino nel XVII secolo a casa Savoia. Dopo l’emancipazione del 1848, il declino demografico portò nel Novecento, dopo la legge Falco del 1930, alla chiusura della sinagoga, che fu smantellata definitivamente negli anni Settanta del secolo scorso. Gli arredi lignei settecenteschi, opera dello scultore Benedetto Alfieri, furono trasportati in Israele a Ramat Gan e poi all’Eretz Museum di Tel Aviv, dove l’intera sinagoga di Trino è stata restaurata nel 2006 e fedelmente ricostruita in una sala.
Oggi a Trino la sinagoga senza arredi è nel complesso del Comune nel vecchio ghetto ebraico.
Un progetto del Comune e della Comunità vercellese punta a valorizzarne i locali, insieme al ghetto e al cimitero, nell’ambito degli “itinerari ebraici piemontesi”.
Le testimonianze documentano nel 1761 una comunità di 35 persone nel ghetto di Trino, ma nel 1880 si contavano ben 100 unità; da allora i numeri iniziarono una lenta decrescita. A testimonianza dell’antica presenza resta per l’appunto il cimitero di via Cesare Battisti, con numerose e antiche lapidi immerse nel verde.
(Nell’immagine un dettaglio dell’ex sinagoga)
(11 giugno 2020)