Setirot – Il confronto
La storia grande, con la S maiuscola, così come quella “piccola” quotidiana, alterna guerra e pace, dispute, accordi e disaccordi, torti e ragioni, punti di vista differenti, discussioni. Ma noi ebrei, non avendo avuto una terra per migliaia di anni, non avendo luoghi santi nell’accezione comune del termine, non venerando architetture di alcun tipo, non avendo avuto eroi, abbiamo imparato la libertà di pensiero – a cominciare dal Talmud. E così siamo rimasti immuni o quasi dall’imbarbarimento. La nostra condizione ha invece stimolato e tenuto vive fede e cultura, permettendoci di attraversare i pur molti momenti di orrore della nostra esistenza. Poiché, come scriveva Amos Oz insieme alla figlia Fania in Gli ebrei e le parole. Alle radici dell’identità ebraica, “noi non abbiamo avuto altro che libri, abbiamo avuto testi, e quei testi erano la discussione continua intorno al tavolo della famiglia”. Famiglia in senso proprio e in senso lato. Quei libri (e quelle discussioni, quel coltivare il punto di vista altro) sono passati da una generazione all’altra – “non modificati, ma reinterpretati da ogni generazione e letti di nuovo da ogni generazione”. Ecco perché, soprattutto in momenti difficili e controversi esterni e interni all’universo ebraico, sarebbe controproducente silenziare il confronto, anche aspro. Che è la nostra forza.
Stefano Jesurum