Dagli Stati Uniti all’Europa,
prosegue la protesta
Stati Uniti ancora in fiamme. Tra le piazze più calde in queste ore c’è Atlanta, dove venerdì scorso è stato ucciso il 27enne Rayshard Brooks nel corso di un tentativo di arresto. Una situazione esplosiva così raccontata, tra gli altri, da La Stampa: “A nulla valgono il licenziamento dell’agente autore dei colpi letali e la sospensione del suo collega. Cadono nel vuoto anche le parole del sindaco, che ha condannato l’uso ingiustificato della forza letale, e le dimissioni del capo della polizia. Benzina sul fuoco delle proteste che bruciano l’America tutta dopo il dramma di Minneapolis”.
La protesta anti-razzista non sta attraversando solo gli Stati Uniti. Emblematica l’immagine scattata a Londra, dove un estremista di destra è stato messo in salvo da un cittadino nero sceso in piazza per reclamare diritti e uguaglianza. I neofascisti hanno attaccato. Nella rissa quell’uomo ha rischiato di perdere la vita. Patrick Hutchinson si è fatto largo, lo ha sollevato e allontanato dal luogo dello scontro. Una foto che, sempre per La Stampa, sembra fermare il tempo e rimettere un valore al centro della scena: “Non è il bianco contro il nero o viceversa, ma l’uomo che aiuta l’uomo, a prescindere dal colore della pelle. Eppure paradossalmente è proprio il colore della pelle dei due che ne fa una foto simbolo”.
Repubblica intervista Jürgen Zimmerer, tra i maggiori esperti tedeschi di colonialismo, che sembra sostenere l’ipotesi che sia legittimo rimuovere le statue di personaggi celebri (tra cui Churchill) per via della loro posizione su questo tema. Per Zimmemer in Germania ci si comporta come se non ci fosse un problema di razzismo. “Non è mai stato elaborato. L’antisemitismo sì, e anche molto a fondo. Ma ci è illusi – sostiene lo studioso – che si sarebbe automaticamente risolto anche il nodo del razzismo”.
In Italia sotto attacco la statua di Indro Montanelli a Milano. Un’azione inquietante, rivendicata da un gruppo studentesco e così commentata sul Corriere: “Montanelli si macchiò negli anni Trenta di comportamenti orribili e ingiustificabili con una ragazzina dodicenne, ma la furia dei vandali attuali non riesce nemmeno a concepire una protesta davanti a un’ambasciata dell’Iran dove non negli anni Trenta, ma ora, in questo momento, le bambine di dodici anni vengono consegnate spose a vecchi turpi che le strappano alle famiglie consenzienti (e non solo in Iran)”.
Il piazzale dello stadio di Napoli non prenderà il nome di Giorgio Ascarelli, il mecenate ebreo che nel ’26 fondò la squadra di calcio locale e il cui ricordo fu poi oltraggiato dal regime. Il progetto prevedeva un cambio di intitolazione (il piazzale rende oggi omaggio all’ex esponente fascista Vincenzo Tecchio). Ma, come racconta il Mattino, è stato “affossato da veti di storici e residenti”. Per Nico Pirozzi, anima di molte battaglie di Memoria partenopea, “la parola giusta è una sola: indignazione”.
Le religioni insieme per pregare per i malati di Covid e per chi soffre per le conseguenze della crisi. Anche il rabbino capo rav Gadi Piperno alla cerimonia tenutasi ieri a Firenze, nel chiostro di Santa Croce. Per La Nazione il taglio interreligioso dell’evento ha rappresentato “un messaggio di speranza e fratellanza”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(15 giugno 2020)