“Napoli non dimentichi Ascarelli”
“Pur grati a coloro che sono stati la nostra matrice, l’importanza del momento e la maggiore dignità cui il nostro sodalizio è chiamato mi suggeriscono un nome nuovo, nuovo e antico come la terra che ci tiene, un nome che racchiude in sé tutto il cuore della città alla quale siamo riconoscenti per averci dato natali, lavoro e ricchezza”.
Sono le parole con cui, nell’agosto del 1926, l’imprenditore e mecenate ebreo Giorgio Ascarelli dà vita a una nuova squadra di calcio. Nella sua intenzione il Napoli, da lui fondato in un momento in cui questo sport virava finalmente verso il professionismo, deve avere l’ambizione di sfidare a testa alta le squadre del Nord incontrastate egemoni degli stadi. Per realizzare il sogno di uno scudetto ci vorranno molti decenni e altri protagonisti. Ma è innegabile che senza il suo decisivo apporto tante belle storie di pallone non si sarebbero potute raccontare. Eppure, nonostante la centralità di Ascarelli nella storia del calcio e della società napoletana di quel tempo, molte restano ancora oggi le resistenze da vincere per ricordarlo in modo adeguato.
Ne abbiamo parlato nel videopilpul trasmesso ieri sera. Nostro ospite Nico Pirozzi, tra i promotori della richiesta di intitolazione ad Ascarelli del piazzale dello stadio della città partenopea.
(Una partita del Napoli negli Anni Trenta, foto di Davide Morgera)
(16 giugno 2020)