I pesi sulla bilancia

Non so se questo insidioso aumento di contagi che Israele sta affrontando (fatto che dovrebbe insegnare qualcosa anche a noi europei, dal momento che lo Stato ebraico è stato un esempio di efficienza nella lotta al virus) cambi i piani di Bibi, ma, come assai noto, a luglio dovrebbero iniziare le grandi manovre di annessione di parte della Cisgiordania. Dal punto di vista logico la manovra avrebbe anche senso perché, se ben ho capito, si tratterebbe di annettere territori già ampiamente abitati da una popolazione ebraica, riuscendo così a scongiurare il dilemma demografico su cui un intellettuale come Sergio Della Pergola insite da diversi lustri. Dal punto di vista politico, invece, la cosa non sarebbe indolore. Sia per motivi interni (una buona parte della società israeliana non concorda con questa linea), sia esteri (Europa e mondo arabo fanno capire di essere dichiaratamente ostili). Non credo sia trascurabile che tutto ciò si colloca in questa nuova guerra fredda fra Cina e USA. Israele è qui fra due fuochi: il legame con gli USA è strettissimo e assai consolidato, ma con la Cina i legami commerciali sono sempre più fitti. Come reagirebbe il gigante asiatico? Per ora, a quanto so, nessun cenno e ben sappiamo come la Cina non abbia in realtà una politica estera, anche perché la sua stella polare è il principio di non ingerenza nelle faccende altrui (i motivi sono chiari, credo). Lo scacchiere è assai ampio, dunque, e sarebbe il caso di mettere bene i pesi sul piatto della bilancia prima di avventurarsi in mosse avventate. Anche perché l’amico Trump non gode di ottima salute, stando ai sondaggi. Senza di lui rimarrebbe in vita il piano del secolo?

Davide Assael