“Iran minaccia per Israele e per l’Europa. Sulla sicurezza, contiamo sui noi stessi”
L’Europa deve fare attenzione alle ambizioni della Turchia e dell’Iran. È quanto ha sottolineato in apertura del suo intervento l’ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar nel corso di un’audizione alla commissione Esteri del Senato dedicata alle “priorità dell’Italia nel quadro dei nuovi equilibri geopolitici nel Medio Oriente allargato”. Dopo un’ampia esposizione in cui ha illustrato il complesso quadro geopolitico con cui deve confrontarsi Israele – in particolare con il minaccioso espansionismo turco e del regime iraniano – l’ambasciatore ha risposto agli interventi di alcuni senatori sul tema del piano di annessione annunciato dal governo israeliano di alcuni territori della Cisgiordania. In particolare, il diplomatico ha affermato che “Per qualsiasi accordo futuro, c’è un grande consenso in Israele, riguardo alla Valle del Giordano come nostro confine orientale. Si tratta di una barriera geografica naturale, dalle alture del Golan e della Galilea orientale, lungo la valle del Giordano, il deserto di Giudea e la valle della Aravà, fino a Eilat”. “Anche Rabin in ogni accordo prevedeva che quel confine fosse sotto controllo israeliano” perché rappresenta, ha aggiunto l’ambasciatore, un’esigenza fondamentale per contenere la pressione dei paesi arabi su Israele. Per Eydar il controllo su quell’area significa impedire l’ingresso di “masse di gruppi terroristici e radicali che desiderano penetrare dentro Israele, agitare il territorio, e compiere eccidi non solo tra la popolazione israeliana, ma anche quella palestinese”. Inoltre l’ambasciatore ha dichiarato che parlare dell’estensione della sovranità israeliana su parte dei territori della Cisgiordania “non esclude il proseguo dei negoziati. Anche dopo l’estensione della sovranità sulle alture del Golan, Israele ha continuato a negoziare con Assad padre, poi per fortuna i negoziati fallirono perché altrimenti ci saremmo ritrovato oggi con una guerra civile a ridosso della Galilea”. L’Europa, ha aggiunto, dove preoccuparsi e “abbiamo già due esperimenti da cui imparare: la Striscia di Gaza e la Giudea e Samaria. Quindici anni fa Gaza è stata messa alla prova, sgomberata del tutto. Ma i palestinesi non si sono lasciati impressionare dalle terre lasciate e in cambio hanno usato i tubi d’irrigazione abbandonati per costruire razzi contro di noi. Oggi Gaza è uno Stato islamico dittatoriale, con abitanti che vivono di aria e terrore – le parole dell’ambasciatore israeliano – Al contrario in Samaria e Giudea i palestinesi vivono in autonomia mentre Israele mantiene solo il controllo sulla sicurezza. È vero ci proteggiamo dai terroristi al suo interno ma proteggiamo gli stessi palestinesi perché non facciano la fine di Gaza. Il risultato è che siamo di fronte a una delle comunità più tranquille, anche economicamente, di tutto il Medio Oriente. Non intendiamo annettere le loro vaste aree, non c’è pericolo demografico per Israele, che vivano la loro vita, con le loro istituzioni. Possono chiamarla autonomia o stato, sono liberi di definirsi come vogliono”. Più volte inoltre il diplomatico ha ribadito il concetto che Israele ha imparato la lezione e non dobbiamo affidare la nostra sicurezza a mani estranee”.