Controvento – Terapie alternative
Sembra un’epoca remota, quella in cui lo spinello era fuorilegge, la cannabis considerata alla stregua delle droghe pesanti e il suo consumo punito severamente; almeno nelle intenzioni, perché nella realtà tra i giovani la marijuana è sempre circolata.
Ma la liberalizzazione ha prodotto un effetto di marketing che supera ogni previsione, e ora la canapa (da cui derivano sia la marijuana che l’hashish) viene venduta in farmacia come panacea per ogni sorta di malanno, creme contro la psoriasi, pillole e chewing gum per regolare il sonno e l’ansia, persino gocce per prevenire il mal d’auto nei gatti (l’ho sperimentato sulla mia gattina, che di solito miagola disperata per tutto il viaggio: con le gocce magiche ha ronfato serena nella sua gabbietta per cinque ore, suppongo sognasse la prateria).
Ora in Israele, presso il Clinical Research Institute del Rambam Hospital di Haifa, una équipe guidata dal dottor Igal Louria-Hayon, direttore scientifico del Medical Cannabis Research and Innovation Center, sta studiando l’utilizzo della cannabis per prevenire e contrastare la tempesta di citochine che è la causa di gran parte dei decessi da Covid. Le citochine sono un prodotto dell’attivazione dei globuli bianchi nel sistema immunitario per reagire a un “invasore” sconosciuto e pericoloso: ma una iperattivazione può causare la cosidetta “tempesta di citochine”, una eccessiva reazione infiammatoria che si rivolge contro gli organi interni. Per questo, quando si è cominciato a fare le autopsie ai morti da Covid, si è visto che la maggior parte presentavamo problemi cardiovascolari e renali, trombosi, oltre alle note complicazioni polmonari. “Stavamo studiando il ruolo dei cannabinoidi nella comunicazione del sistema immunitario quando è scoppiata l’epidemia del Covid” ha spiegato il dottor Louria-Hayon alla redazione della newsletter No Camels. “E a quel punto abbiamo avuto a disposizione il sangue di molti pazienti sui quali testare le nostre ipotesi”.
In pratica, la cannabis potrebbe aiutare a controllare l’eccessiva reazione del sistema immunitario prevenendo la tempesta di citochine o moderandola quando è già in atto. Il problema è che ci sono moltissime varietà di cannabinoidi, ed è difficile isolare la varietà più efficace nel combattere l’infiammazione da Covid. Finora al Rambam ne sono state identificate una quindicina che sembrano avere la capacità di prevenire la intensa risposta immunitaria agendo sul sistema di comunicazione intracellulare. Se gli studi clinici del dottor Louria-Hayon dovessero confermare questa ipotesi, potremmo disporre, prima della seconda ondata prevista per l’autunno, di una sostanza efficace per evitare l’aggravarsi della malattia, nell’attesa che si materializzi una cura farmacologica o l’agognato vaccino.
Viviana Kasam