Insegnanti, la formazione continua
La riapertura delle scuole è oggetto di un’ampia polemica sui giornali di questi giorni: diversi commentatori criticano il ministero per l’autonomia data alle scuole su come attuarla, ritenendo che in tal modo non siano state assunte le dovute responsabilità in materia. La delega è effettivamente ampia, ma è noto, a chi si muove tra scuole diverse, che la situazione, nel Paese, è assolutamente eterogenea. Abbiamo istituti che dispongono di spazi ampi e attrezzature adeguate e altre che presentano varie difficoltà nella gestione delle presenze.
Il fuoco sulla rimessa in moto del sistema formativo rischia peraltro di trascurare quello che sarà uno dei cardini dell’educazione in Italia negli anni a venire: il ricambio generazionale del corpo insegnante. In una parte dei casi, la prevista assunzione di nuovo personale riguarderà docenti che già operano in condizione di precarietà, in altri un nuovo insieme di persone. Il relativo ringiovanimento del personale della scuola era una necessità presente da tempo. La recente pandemia e le conseguenze connesse hanno accelerato il processo.
La comprensione delle difficoltà dei bambini e dei giovani nella fase più acuta del Covid-19 è stata progressivamente compresa e la rapidità è essenziale. La stessa possibile sospensione delle lezioni, a settembre, per le elezioni, è vista dai più come una eventualità da evitare ricercando soluzioni alternative. È bene, quindi, che il ritorno venga confermato nella sua pienezza e che gli insegnanti necessari ad operare siano rapidamente in campo. L’urgenza non deve però fare sì che si ignori la qualificazione di tutti gli operatori della scuola.
I docenti italiani nell’emergenza hanno dato prova di grande impegno e determinazione nel seguire i propri allievi nelle forme possibili. Confermano che la formazione a distanza può contribuire in modo più ampio del passato alla formazione, anche se maggiormente efficace ai livelli di scuola superiore più che con i bambini. Per questi ultimi la dimensione della socializzazione e della contiguità, anche se non dello stretto contatto fisico, resta decisiva e si ricercano le forme con cui realizzare una comunicazione che deve essere affinata per sussistere tutelando la salute.
Tali temi, che attengono il metodo e i processi di trasmissione, elaborazione, acquisizione della conoscenza, sono di grande attualità nel dibattito tra gli esperti della materia. Si affiancano a quelli della revisione dei contenuti curricolari alla luce di quanto è avvenuto ed è tuttora in corso.
Fatte le scelte pratiche immediate, tali aspetti vanno approfonditi: la formazione iniziale e continua degli insegnanti si configura come una delle azioni prioritarie da pianificare nell’immediato.
Saul Meghnagi, Consigliere UCEI